Stanche della frenesia della città, affaticate dalle festività, eravamo alla ricerca di un luogo dove poter trascorre due giorni nella natura e poter tornare a respirare. Senza allontanarci troppo da Torino, cercavamo un rifugio di montagna dove si potesse trascorrere la notte durante la stagione invernale; e la scelta è ricaduta sul bel Rifugio Arlaud in Val di Susa.
Si trova nella splendida borgata di Montagne Seu, in una soleggiata radura circondata dal meraviglioso Parco del Gran Bosco di Salbertrand, un’enorme foresta di abeti rossi e bianchi, rari su queste montagne, e bellissimi esemplari di pino cembro, nel cuore delle Alpi Cozie.
Il rifugio, frequentato dagli escursionisti durante tutto l’anno, si trova a pochi chilometri dalla località sciistica di Salice d’Ulzio, anche conosciuta come Sauze d’Oulx, ed è facilmente raggiungibile con una piacevole escursione di un paio d’ore.
Escursione ad anello al Rifugio Arlaud in inverno: alcune informazioni pratiche
L’escursione è di circa 16 chilometri, andata e ritorno, con un dislivello di circa 150 metri. Il percorso è ampio, battuto, ben segnalato e non presenta particolari difficoltà. L’escursione è adatta a tutti, anche agli escursionisti alle prime armi.
Noi abbiamo scelto di trascorrere la notte al rifugio, ma è possibile fare l’escursione in giornata.
L’escursione si snoda per lo più su un’ampia strada sterrata, che in inverno, in presenza di neve, viene battuta. Se non siete sicuri delle condizioni del percorso vi consiglio, prima di partire, di contattare i gestori del Rifugio Arlaud, che sapranno darvi indicazioni.
Per questa escursione nella stagione invernale è necessario un abbigliamento tecnico, gran parte del percorso è all’ombra pertanto è importante rimanere al caldo. Se il percorso è innevato sono necessarie le racchette da neve, mentre se è presente il ghiaccio sono sufficienti degli scarponcini da montagna impermeabili ed un paio di ramponcini.
È possibile lasciare l’auto in località Monfol, nel weekend è molto affollato ed in questo caso è possibile che dobbiate lasciare l’auto in località laghetto di Gran Villar, aggiungendo un paio di chilometri alla vostra escursione.

Escursione ad anello al Rifugio Arlaud in inverno: il percorso
Nella stagione invernale il percorso per raggiungere il Rifugio Arlaud inizia in località Monfol, al termine dell’abitato, bisogna imboccare l’ampia strada forestale sterrata, che in estate conduce al parcheggio di Serre Blanche. Una volta superato il parcheggio e l’area attrezzata, dove gran parte delle famiglie si fermano, proseguite sulla forestale tenendo la destra al bivio, in direzione di Seu – C. Blengier. Non potete sbagliare perché sul cartello è affissa una piccola freccia con l’indicazione del rifugio.
Se nel primo tratto, più soleggiato, negli inverni più caldi non incontrerete neve, qui, dopo una decina di minuti di camminata, vi ritroverete in un paesaggio completamente diverso. In questo tratto, a nord della montagna, la neve resiste e tinge di bianco i prati sottostanti ed il bosco. In questo tratto si cammina avvolti nell’ombra, ai piedi degli abeti, e se si è fortunati qua e là si incontra un raggio di sole, che filtra tra gli alti fusti per poi scomparire qualche passo più in là. In questo splendido paesaggio innevato, ad una decina di metri dalla strada, svetta anche un piccolo osservatorio per il bird watching.

Superato poi il bivio per l’Alpeggio Randuin, mantenendo la destra, incontrerete il tratto dove la strada sale maggiormente; ma niente paura dopo poco più di dieci minuti la strada tornerà a salire più dolcemente.
Immerso nel silenzio del bosco incontrerete il bivio per il Monte Blegier e l’Assietta, in questo caso mantenete la sinistra e proseguite in direzione Montagne Seu. In pochi minuti il bosco si farà sempre più rado, si apriranno davanti a voi degli splendidi panorami ed il sole tornerà a riscaldarvi.
Ed ecco che in poco meno di dieci minuti raggiungerete il bivio che conduce all’Alpeggio Le Selle, proseguite alla sua sinistra. Al primo tornante vedrete apparire la borgata Montagne Seu…e sarete arrivati a destinazione!
Entrando nella borgata incontrerete dapprima la piccola Cappella dei Santi Cosma e Damiano, da poco ristrutturata, successivamente un ampio dehors con tavoli e poi finalmente il bel Rifugio Arlaud, a 1770 mt slm.

Un piccolo rifugio diffuso che si divide tra le piccole casette della borgata. In una c’è il rifugio con il ristorante, con la sala al piano inferiore, e la cucina a quello superiore, dove le pentole ribollono sulla stufa a legna. I sedici posti letto si trovano in un edificio lì accanto, si dividono tra una camerata e due piccole camere matrimoniali; le camere in inverno sono riscaldate. Qua e là sono tanti i dehors dove è possibile mangiare, al Rifugio Arlaud sono assolutamente da provare la polenta ed i dolci! Ma se volete mangiare, a prescindere dalla stagione, ricordatevi di prenotare.
Noi arriviamo nel primo pomeriggio in una splendida giornata soleggiata, decisamente troppo calda per essere inizio gennaio. Ci buttiamo su due panche e ci godiamo il sole.
Nei dehors c’è ancora gente che mangia e tanti stanno iniziando a rientrare verso Salice d’Ulzio.
Quando il sole cala, facendo capolino dietro alle montagne, ed il freddo inizia a farsi sentire, ci sistemiamo in camera. Questa notte ci saremo solo noi a dormire in rifugio e abbiamo una cameretta tutta nostra.
Il rifugio non ha elettricità, ma c’è un pannello solare che permette di accendere la luce, per un tempo abbastanza limitato, quindi ricordatevi di portare con voi powerbank per i dispositivi elettronici e le lucine frontali.
La notte avvolge la montagna e tutta la borgata, ma il cielo è terso e c’è la luna piena che illumina il rifugio e le bianche cime innevate che svettano tutt’intorno a noi.
Nel buio risalta dalle finestre della sala da pranzo una luce calda e tremolante, la stanza è tutta illuminata da candele, c’è anche la stufa a legna che scoppietta e l’atmosfera è estremamente suggestiva. A cena non siamo sole, arrivano da valle alcuni escursionisti, che fanno la camminata al rifugio in notturna.
Ci aspetta una ricca e deliziosa cena, iniziamo con quattro deliziosi antipasti, polenta alle verdure e toma, dolci e ci concediamo un ammazza caffè!

Quando gli avventori si sono incamminati verso valle, ci stringiamo nelle giacche, avvolte dal silenzio e dall’oscurità della notte ci fermiamo per un po’ ad ammirare estasiate, sopra di noi, una coperta di stelle. Una meraviglia!
Rientriamo in camera, chiudiamo i nostri sacco a pelo e ci addormentiamo nell’assoluto silenzio.
La mattina la luce entra timida dalla finestra, il sole è ancora troppo basso per illuminare la stanza. Ci rivestiamo e scendiamo a fare colazione: pane, marmellate, burro di montagna a volontà ed una buona tazza di caffè! Chiudiamo gli zaini, facciamo ancora due parole con i gestori del rifugio, già indaffarati in cucina, e ripartiamo.
L’aria è frizzantina, la terra gelata scricchiola sotto i ramponcini e la montagna intorno a noi dorme ancora; è incantevole. Ci addentriamo nel bosco, ripercorriamo in solitudine la strada, che ieri era “affollata” di escursionisti. Intorno a noi gli alberi scricchiolano e si sente il rumore dell’acqua che in piccoli ruscelli scorre a valle. Scorgiamo sulla strada dietro ad un tornante un capriolo che, dopo averci dato un’occhiata, corre via su per i boschi. Solo dopo un’oretta incontriamo i primi escursionisti, mattinieri, che salgono al rifugio.
A circa due terzi della discesa, su consiglio della gestrice del rifugio, optiamo per una variante. Sulla sinistra della forestale imbocchiamo il sentiero 6 che conduce attraverso i prati a Monfol. Il sentiero, oltre ad essere più soleggiato, è molto panoramico, infatti si gode di una splendida vista su Monfol, Oulx più a valle e sulla catena montuosa. Con il sentiero si scende velocemente gran parte del dislivello, attraversando prati e radure, per poi incontrare un breve tratto di bosco dove si cammina su un morbido letto di aghi, fino a raggiungere la piccola località di Monfol in meno di mezz’ora. L’altra nota positiva è che il sentiero non è molto frequentato a differenza della strada forestale.

Scritto da Ezia Peano
Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.