Escursione ad anello invernale all’Oasi Zegna, da Bocchetto Sessera all’Alpe Artignaga

Non è difficile rimanere incantati dalla magia del bosco, soprattutto in inverno, quando è svuotato dei chiacchiericcio delle comitive della domenica ed è immerso in quel silenzio abitato di suoni. Lo scricchiolio di neve e foglie sotto ai piedi, lo scorrere dell’acqua sotto ad uno spesso strato di ghiaccio, il profumo degli aghi di pino, il crepitio dei rami, il fischio dei rapaci rimasti in montagna, il suono del vento tra gli alberi. La magia del silenzio che svuota la mente e apre il cuore.

Oggi vi porto nel cuore dell’Oasi Zegna, in provincia di Biella, per una bella escursione invernale, da fare con le ciaspole, che vi lascerà davvero incantati. Un anello immerso nei boschi che conduce da Bocchetto Sessera al bellissimo alpeggio di Alpe Artignana, passando per il famoso Bosco del Sorriso conosciuto per il Forest Bathing. 

Siamo nel Biellese in Alta Val Sessera sulla Panoramica Zegna, a pochi chilometri dagli impianti di risalita di Bielmonte, e da qui partono una marea di sentieri, ideali per tutte le stagioni e gradi di difficoltà. 

Escursione ad anello invernale all’Oasi Zegna

Alcune informazioni pratiche prima di partire

L’anello è molto semplice e non presenta difficoltà, con una lunghezza di poco più di 11 chilometri ed un dislivello in salita di circa 250 metri. Inoltre, tutto il sentiero è ben segnalato, sia con cartelli e che con le classiche tacche su alberi e rocce. 

Se percorso con le ciaspole può essere impegnativo. Invece, se è percorso in un momento in cui non sono necessarie è adatto a tutti, anche per principianti. Ovviamente è necessario un abbigliamento tecnico e consiglio di portare con sé dei ramponcini: lungo il sentiero è possibile incontrare tratti con ghiaccio. Sia le racchette da neve sia i ramponcini possono essere noleggiati alla Locanda Bocchetto Sessera. 

Alla partenza del percorso è presente un grande parcheggio libero dove è possibile lasciare l’auto, accanto alla Locanda. 

Escursione ad anello invernale all’Oasi Zegna

Il percorso

Il percorso di questo meraviglioso anello immerso nei boschi, inizia a Bocchetto Sessera nel grande spiazzo dove iniziano le piste di sci di fondo, al termine del parcheggio della Locanda. Lasciate le piste alle vostre spalle e imboccate l’ampia strada che scende sulla sinistra, seguendo la cartellonistica per il percorso ciaspole numero 3. L’ampia strada innevata, che in questo tratto è in discesa, si immerge in una grande faggeta. Lungo questo tratto è tutto un susseguirsi di scorci sulle vallate intorno a voi e alte cascate ghiacciate che si tuffano sul ciglio della strada. 

Cascate di ghiaccio a pochi passi da voi

Dopo circa due chilometri e mezzo raggiungerete la Casa del Pescatore, la sede della riserva di pesca di Bielmonte, un bell’edificio che in estate è il punto di partenza di escursioni più impegnative. Qui, una volta superato il caseggiato, abbandonate l’ampia strada e imboccate la scala che sale alla vostra sinistra, continuando a seguire le indicazioni del percorso ciaspole 3. A partire da questo punto il sentiero incontra e si unisce al percorso archeominerario, il numero 15, che conduce al sito archeominerario dell’Argentera, una testimonianza dell’attività di estrazione e lavorazione di minerali e dei metalli che in passato ha interessato l’Alta Valsessera. 

Una volta salita la scala raggiungerete un piccolo ponte tibetano, dove potrete ondeggiare su una splendida cascata gelata. Superato il ponte, il sentiero si inerpica, per un breve tratto, accanto al torrente; giunti al termine della piccola salita svoltate a destra e continuate lungo il sentiero. 

Un piccolo ponte tibetano per “camminare” sopra una cascata gelata

Qui, dopo una piccola curva giungerete nel tratto, che a mio parere, è il più bello e suggestivo del percorso! Si entra dapprima in una faggeta, un vero e proprio tappeto di foglie ramate, costellato di rocce verdi ricoperte dal muschio e altissimi alberi di faggio che si ergono dritti dal terreno alla conquista del cielo, un vero incanto. E poi, man mano, ci si immerge in un fitto e ombroso bosco di conifere, selvaggio e incontaminato. 

Qua e là un fascio di luce illumina il terreno ricoperto di aghi, una roccia dal manto verde, un tronco caduto a terra o un ruscello completamente congelato. Il silenzio che avvolge il bosco viene interrotto dal crepitio dei rami, dal fischio di un rapace che vola su di noi o dal rumore dell’acqua che scorre sotto al ghiaccio. Noi ci godiamo questo tratto in completa solitudine, il bosco ci avvolge e ci abbraccia col suo silenzio rumoroso e noi torniamo un po’ bambine scorrazzando tra gli alberi. 

In questo tratto si guadagna altitudine, dolcemente, senza nemmeno accorgersene, complice la bellezza dell’ambiente in cui si cammina. Però bisogna prestare estrema attenzione al ghiaccio che spesso invade il sentiero ma talvolta si nasconde sotto alla coltre di aghi, diventando estremamente pericoloso. Inoltre, consiglio di non allontanarsi dal sentiero segnalato, il bosco è grande e se ci si allontana c’è il rischio di non ritrovare la segnaletica. 

Lungo il percorso, forse il suo tratto più suggestivo, incontrerete una faggeta e poi un bosco di conifere

Dopo poco più di mezz’ora, senza contare le centinaia di soste fotografiche, si lascia il bosco alle spalle e si incontra un piccolo steccato, qui bisogna proseguire tenendo il sentiero sulla sinistra. Il vallone man mano si apre, fino a mostrare il bellissimo alpeggio di Alpe Artignaga, dove si ergono un gruppo di splendide casette dai tetti spioventi circondate da una distesa bianca, che in estate dev’essere un meraviglioso prato verde. 

In poco più di cinque minuti raggiungiamo le case e conquistiamo una piccola panca in legno, posizionata all’esterno dei recinti delle case, e ci fermiamo per pranzo. A farci compagnia nella borgata un altro escursionista che, come noi, si gode il silenzio e il sole, che splende alto nel cielo. Un panino, una gran bella vista ed una tisana fumante, che beviamo dai nostri fedeli termos. Non possiamo desiderare niente di meglio! Si sta talmente bene che riprendiamo a camminare con estrema riluttanza, ma il sole inizia a scendere e non possiamo indugiare troppo. 

L’Alpeggio di Alpe Artignana, un gruppetto di casette sparpagliate tra la neve

Una volta giunti all’Alpe Artignana non rientriamo sui nostri passi, ripercorrendo il sentiero dal quale siamo salite, ma scegliamo di proseguire per Bocchetto Sessera passando per una delle due piste per le ciaspole che partono sulla destra della borgata. Noi optiamo per quella più alta aggiungendo così un po’ di dislivello in salita. Le due strade sono parallele, entrambe sono ampie, battute, segnalate e frequentate. 

Questo tratto è a ridosso della parete a nord della montagna e l’ampia strada è ricoperta da un bello strato di neve farinosa. La passeggiata in questo tratto è molto piacevole e panoramica, lungo tutto il percorso ci godiamo la splendida vista sui valloni che ci circondano. Dopo poco più di mezz’ora raggiungiamo l’agriturismo dell’Alpe Montuccia, sotto di noi c’è un alpeggio dove si trova l‘Eremo di Santa Maria, una piccola e antica chiesetta di montagna.

L’Eremo di Santa Maria, un’antica chiesetta di montagna che affaccia sulla valle

Qui potete scegliere se proseguire lungo la strada alta per un paio di chilometri oppure scendere all’Eremo e imboccare la strada più bassa che conduce nel Bosco del Sorriso, dove potete provare a praticare l’antica pratica giapponese del Forest Bathing. In entrambi i casi in meno di mezz’ora raggiungerete Bocchetto Sessera. 

Scritto da Ezia Peano

Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.

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