Sapete cosa capita quando un nuovo Bene viene donato al FAI? Solitamente comincia una lenta e concitata ricerca dei soldi necessari alla sua ristrutturazione e alla sua apertura al pubblico ( in sicurezza ).
Nel caso di Villa della Rezzola, donata dalla Contessa Carnevale dopo averla abitata fino alla sua morte, nel 2020, potrete avere il privilegio di vedere un gioiello architettonico di inestimabile bellezza come è prima dell’intervento del FAI, sostenere il suo recupero e poi tornare a rivederlo più avanti, quando sarà restaurato.
Una splendida dimora signorile con un’atmosfera inglese, una bellissima foresta non ancora messa in sicurezza ( probabilmente accadrà nel 2025 ) e un bel giardino che la circondano, un’imperdibile vista sul Golfo dei Poeti, che si apre appena varcata la soglia che porta alla terrazza. Un gioiello imperdibile, magari non di strada, ma sono qui a dirvi che merita lo sforzo.

Villa Rezzola, la sua storia
I tre proprietari che l’hanno abitata
I Marchesi Botti
Probabilmente il primo nucleo della dimora venne costruita nel Settecento e sorgeva sui resti medievali di un’antica costruzione con scopi militari. Nei due secoli successivi, in cui la Villa venne abitata dai Marchesi Botti, i suoi primi proprietari, vennero fatti successivi rimaneggiamenti e ampliamenti.
I coniugi Cochrane
Nel 1900 la Villa passa nelle mani degli inglesi Cochrane, che rimarranno i secondi importanti proprietari della Villa, per i primi tre decenni del Novecento, fino al 1935. I coniugi Cochrane, che facevano parte dell’alta borghesia inglese, scelsero l’ubicazione della villa, proprio di fronte al Golfo dei Poeti, per la sua temperatura mite e per alleviare la salute cagionevole della signora. La loro impronta, che il più delle volte ha stravolto l’architettura e gli spazi esterni della Villa, è tuttora visibile.
La famiglia Cochrane trasformò un territorio pressoché collinare in un ampio giardino mediterraneo: piante esotiche importate appositamente e assolutamente inedite per l’inizio del Novecento, balaustre, fontane, vialetti. Sono tantissime anche le piante fiorite, come i pilastri ricoperti da rigogliosi glicini, le rose antiche, una gigantesca magnolia con addirittura una scaletta a chiocciola in ferro battuto per finirci, direttamente dall’interno di casa, dentro. La magnolia ha inoltre una particolarità: la pianta è stata coltivata con l’utilizzo di una struttura metallica con lo scopo di reggere i rami e creare una sorta di continuità architettonica con la Villa. Per gestire una tenuta di queste dimensioni i coniugi Cochrane avevano 30 persone sul libro paga: maggiordomo, cuochi, guardarobieri, camerieri, ma anche giardinieri.

Se l’esterno della villa è un trionfo di alberi balsamici e fioriture profumate, gli spazi interni e gli elementi architettonici sono un tripudio di stili differenti.
Rimarrete sicuramente incuriositi dalla torre neoclassica, una delle zone più fragili della casa, che pare fosse un volume a sé, staccato dalla casa, perché probabilmente nata come torre di avvistamento genovese. Tantissimi stili diversi sono presenti anche all’interno della casa: bovindi e vetrate liberty, stucchi, elementi pregiati.

Sicuramente verrete incuriositi da una delle stanze più amate dai coniugi Cochrane, la stanza della musica, con un piglio effettivamente molto inglese, il parquet è a lisca di pesce di rovere, non tipica all’epoca, così come la boiserie e il soffitto a cassettoni. Qui i Cochrane si sedevano per ammirare le bellissime fioriture sempre presenti in giardino in ogni periodo dell’anno: glicini, gelsomini, ortensie, rose antiche. La sala della musica non venne stravolta dalle proprietarie successive, che la utilizzavano principalmente come biblioteca.

Le Contesse Carnevale
Ultime proprietarie di Villa Rezzola, prima della donazione al FAI, sono state le Contesse Carnevale, madre e figlia, che acquistarono la villa nel 1935 e la abitarono fino alla morte di Maria Adele Carnevale Miniati, detta Pupa, nel 2020. I mobili, gli arredi e lo stile all’interno sono tutti frutto dei gusti e delle scelte delle Contesse Carnevale, che non amavano lo stile moderno. Gli inglesi e quindi anche i Cochrane in questo periodo non sono ben visti e vogliono lasciare la Liguria e la villa, che vendono a molto meno del suo effettivo valore. Sposata con Piero Gualberto Miniati, Pupa e il marito non ebbero figli e decisero di donare la villa al FAI perché fosse tutelata, valorizzata e resa accessibile a molti frequentatori.
Nonostante una buona parte di Villa Rezzola sia ancora da ristrutturare, dopo pochi mesi dalla sua donazione, già nell’estate del 2021 è stata aperta al pubblico.
Villa Rezzola
Informazioni pratiche per la visita
Villa Rezzola si trova a Lerici, precisamente a Pugliola.
Se arrivate in auto vi conviene uscire al casello Sarzana e, siccome la Villa non dispone di parcheggio privato, vi consiglio di lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento che dista un centinaio di metri dall’ingresso.
Se arrivate in treno, la stazione più vicina è Sarzana. Da Lerici è possibile raggiungere Pugliola con l’autobus di linea.
A partire dal 18 Giugno, inizieranno alcune visite esclusive dei piani superiori alle ore 19, sabato e domenica. Probabilmente ci sarà anche la possibilità di fare una visita a porte chiuse, che permetterà ai visitatori di vedere per la prima volta tutti gli spazi dell’interno.
Per la visita considerate almeno un’ora e mezza, non essendoci spiegazioni e dépliant, vi consiglio se riuscite di prendere parte a una delle visite guidate organizzate.
2 pensieri riguardo “Villa Rezzola a Lerici, un pezzo di Inghilterra che affaccia sul Golfo dei Poeti”