Su una piccola altura sorge un’antica dimora storica dei Savoia, che domina la Valle d’Aosta, il Castello Reale di Sarre venne scelto dalla famiglia reale come dimora di piacere da dedicare alla caccia grazie alla sua magnifica posizione ai piedi delle valli Cogne, Rhêmes e Valsavarenche.
Si trova nella piccola località Lantalex nel comune di Sarre, dal quale prende il nome, e fu una delle residenze più amate da Re Vittorio Emanuele II, Re Umberto I e Maria Josè del Belgio, l’ultima regina consorte d’Italia.
Il castello di Sarre è una dimora unica nel suo genere, di una bellezza atipica, intima e a tratti grottesca. Un palazzo dal gusto maschile che racconta di passati loisir e di antiche battute di caccia. Un luogo che a fatica dimenticherete!
Castello Reale di Sarre: un po’ di storia
Dopo essere stato costruito nel 1710 da Giovanni Francesco Ferrod di Arvier, sui resti di una casa forte del XI secolo, il Castello di Sarre venne acquistato nel 1869 da Re Vittorio Emanuele II di Savoia per ben per ben 50.000 lire. Con il castello il Re acquistò anche il titolo di Conte di Sarre, un titolo nobiliare che mantenne Umberto II durante il suo esilio. Prima di stabilirsi nella residenza Vittorio Emanuele II commissionò numerosi ampliamenti, rendendolo degno di una residenza reale, trasformandolo così in una delle sue palazzine di caccia preferite. La caccia era infatti uno dei suoi passatempi preferiti, a tal punto da esser definito le roi chasseur, il re cacciatore.

Re Vittorio Emanuele II scelse questa residenza per la vicinanza alle vallate di Cogne, Rhêmes e Valsavarenche, che trasformò nella sua personale riserva di caccia reale. Solo lui e la sua corte erano autorizzati a praticare le attività venatorie in questi boschi, poiché la selvaggina era di sua proprietà.
Quella che oggi può essere definita un’attività barbara, all’epoca salvaguardò la vita della selvaggina di queste valli. Infatti, grazie al divieto assoluto di caccia fece sì che, in poco tempo, queste vallate vennero ripopolate da branchi di stambecchi e camosci, che erano a rischio di estinzione. Inoltre, dopo averne ricavati i trofei gran parte della cacciagione, proveniente dalle battute di caccia della corte, veniva spartita tra la popolazione che potè imbandire le tavole di carne. Nel 1922 Re Vittorio Emanuele III trasformò la Riserva Reale di Caccia del Gran Paradiso nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Re Umberto I, ereditò dal padre, Vittorio Emanuele II, sia il grande amore per la caccia che il castello. Trascorse molto tempo in questo castello alpino, mentre la moglie la Regina Margherita vi soggiornò una sola volta prediligendo il bellissimo Castel Savoia, la sua residenza personale di Gressoney.
Sono proprio i trofei di caccia di Re Umberto I a decorare il Castello Reale di Sarre. Sono esattamente 3612 gli stupefacenti trofei, di stambecco e camoscio, che decorano le pareti e i soffitti della Galleria ed il Salone dei Trofei.
Dopo Umberto I anche Re Umberto II e la regina consorte Maria José del Belgio furono dei grandi frequentatori del castello. Meno dediti alle attività venatorie ma veri e propri amanti della montagna. Dopo aver nuovamente ristrutturato il castello lo trasformarono in una residenza di villeggiatura. Maria José outsider della famiglia reale era una donna moderna, una sciatrice ed alpinista. Lei frequentò e amò questa residenza nel profondo, anche dopo la monarchia, a tal punto che fu il primo luogo che visitò in Italia nel 1988, in seguito al suo esilio.
Dopo l’esilio il castello rimase di proprietà della famiglia reale dei Savoia fino al 1989, quando la regione Valle d’Aosta l’acquistò. Il castello è stato restaurato ed aperto al pubblico come testimonianza del passato e della vita dei reali in Val d’Aosta. Inoltre, in occasione dell’inaugurazione del castello venne invitata in qualità di ospite la Regina Maria José del Belgio.
Castello Reale di Sarre: la visita
La visita guidata al Castello di Sarre di 45 minuti vi accompagna tra i tre piani del castello raccontando la grande passione della caccia e la storia della famiglia reale che lo ha abitato per più di tre generazioni, attraverso arredi originali, pezzi della collezione d’arte privata e oggetti della vita quotidiana dei reali.
Al pian terreno è stato allestito un piccolo percorso museale tra cui alcune sale dedicate all’attività venatoria ed ai castelli. Al secondo piano, invece, è stata organizzato un vero e proprio itinerario tra i cimeli, gli arredi e le collezioni private delle coppie reali.

Mentre al piano nobile, indubbiamente il più entusiasmante, si possono ammirare gli appartamenti privati di Re Umberto I e della Regina Margherita e gli eccezionali ambienti istituzionali come la straordinaria Galleria e Salone dei Trofei, che rendono la dimora reale unica nel suo genere.


Castello Reale di Sarre: informazioni pratiche
Il castello è visitabile durante tutto l’anno fatta eccezione del giorno di Natale ed il 1 gennaio.
Nel periodo tra Ottobre e Marzo aperto tutti giorni della settimana, fatta eccezione del lunedì, al mattino tra le 10 e le 13 ed il pomeriggio tra le 14 e le 17. Mentre tra Aprile e Settembre e sempre aperto dalle 9 alle 19.
Il costo del biglietto è di € 5,00 per gli adulti, di € 2,00 per i ragazzi tra i 6 e 18 anni ed è gratuito per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i possessori dell’Abbonamento Musei di Piemonte e Lombardia.
Sono disponibili alcune card annuali che consentono l’ingresso ai principali castelli della Val D’Aosta.

Consiglio di acquistare il biglietto con un po’ di anticipo, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica, durante le vacanze natalizie e nel mese di agosto. Si possono acquistare a questo link.
Il castello è facilmente raggiungibile in auto ed accanto all’ingresso è disponibile un ampio parcheggio gratuito. Inoltre, il castello è completamente accessibile in tutti i suoi piani, per le persone con mobilità ridotta, grazie ad un pratico ascensore interno.

Scritto da Ezia Peano
Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.
Le residenze reali mi affascinano sempre. Sono pezzi di storia in cui mi piace immaginare come potesse essere trascorrerci le giornate.
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Hai ragione, sono sempre molto affascinanti ed uniche tra loro. Chissà quando ero abitate com’erano!
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