Camminare per le stanze di una delle Regge più grandi e spettacolari di Europa è sempre emozionante. Lo è indubbiamente ancora di più quando mi sono trovata ad essere una delle prime persone a varcare nuovamente i cancelli dopo mesi di chiusura, un lungo periodo in cui stanze, affreschi, corridoi, gallerie, giardini, sono rimasti chiusi in se stessi, preda solo della polvere e dell’oblio. Quello che ho capito ancora di più in questo ultimo periodo è quanto la bellezza vada prima di tutto condivisa, aperta al pubblico, divulgata ogni volta che è possibile farlo. E quindi eccomi qui, a raccontarvi ancora una volta un pezzetto del mio Piemonte, a prendervi per mano e accompagnarvi tra i marmi, le sculture e i piani della Reggia di Venaria.
Capolavoro di ineguagliabile bellezza e dimensioni, la Reggia di Venaria fu progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte a metà del 1600 per volere del duca Carlo Emanuele II di Savoia e della duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia che volevano costruire un nuovo gioiello da aggiungere alla corona di residenze che circondava la città di Torino. L’ambizioso progetto di costruzione comprendeva il palazzo, i giardini, i boschi e il borgo. Nei secoli si alternano reali e ristrutturazioni, fino al Novecento, quando la Reggia viene trasformata più che altro in una caserma e dopo i due conflitti mondiali viene abbandonata, frequentata solo da chi la vandalizza e poco l’apprezza.

Dal 1999 al 2007 inizia la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa: migliaia di affreschi restaurati, tutti i cento mila metri quadrati della residenza ristrutturati, centinaia di miglia di nuove piantumazioni.
Dal 1997 la Reggia di Venaria diventa una delle residenze sabaude protette dall’UNESCO e dal 12 ottobre 2007 una grande inaugurazione la dona nuovamente al pubblico che da allora possono godere nuovamente della sua bellezza.

La Mostra di Paolo Pellegrin
Nato a Roma nel 1964, Paolo Pellegrin studia architettura ma poi si innamora della fotografia, diventa reporter di viaggio e vince numerosi premi e riconoscimenti fotografici. Le sue foto sono state esposte in musei e gallerie d’arte di notevole rilevanza, in tutto il mondo.
La mostra di Paolo Pellegrin, toccante e intensa, è un susseguirsi di racconti: di vita e di morte, sguardi, storie di guerra. Dopo aver viaggiato in tutto il mondo con la sua macchina fotografica appesa al collo e aver fotografato in circostanze estreme, in contesti di emergenza umanitaria, di pericolo, di guerra, Paolo Pellegrin ci dona il lavoro immenso di quegli anni, con una mostra di oltre 200 fotografie.

Lo sguardo del reporter è senza retorica e senza veli. Una mostra in cui fotografia e arte si fondono, quasi ad essere l’una il prolungamento dell’altra, così sofferenti e coinvolgenti da lasciare strascichi e interrogativi nel visitatore.

Tra il buio e la luce, tra le ombre e gli spiragli dei conflitti armati che hanno dilaniato il mondo negli ultimi decenni, distruggendo e interrompendo vite, annientando i luoghi. L’allestimento, distribuito attraverso le stanze del primo piano della Reggia di Venaria, riflette questa volontà del fotografo di riportare nel suo racconto fotografico i lati oscuri dei suoi scatti.

Così si attraversano stanze completamente buie, con solo qualche faro a illuminare le composizioni fotografiche, brevi video, pareti scure, poca luminosità.
Dove: Sala delle Arti, al primo piano della Reggia di Venaria
Fino al: 2 Maggio 2021

La Giostra di Nina
Un’opera di Valerio Berruti nella Galleria Grande della Reggia di Venaria
La Galleria Grande della Reggia di Venaria, con i suoi marmi e le ampie vetrate, il pavimento geometrico e la luce che filtra da fuori è forse il luogo più meraviglioso di tutta la Reggia. Lunga 80 metri e larga 12, con vetrate da entrambi i lati, è impossibile non lasciarsi tentare dal suo incredibile fascino una volta imboccata a passo lento.
Fino al 2 Maggio, nel normale percorso di visita della Reggia c’è una novità: proprio nella Galleria è possibile ammirare la romantica e fanciullesca opera di arte romantica La giostra di Nina, installazione dell’artista Valerio Berruti.

La Giostra di Nina si sposa completamente con l’ambiente circostante, quasi da trovare strano che non sia sempre stata lì, a girare con moto perpetuo sulle note della composizione creata apposta da Ludovico Einaudi. Una scultura di 7 metri, ispirata ai caroselli del passato, con uccellini plasmati personalmente dall’artista, al posto dei classici cavalli, simbolo di leggerezza e fanciullezza, libertà e quotidianità.
Dove: Piano nobile della Reggia di Venaria
Fino al: 20 Giugno 2021
