È il 1965, siamo in Italia e l’idea che dei disegni sul muro siano arte è ancora lontana. Quei disegni che, più che altro, sono visti come segno di vandalismo. Eppure proprio negli anni Sessanta qualcuno ci scommette su quei murales da destinare anno dopo anno al borgo di Dozza. Ed evidentemente fa centro. Nasce così la Biennale del Muro Dipinto, che si svolgeva ogni due anni negli anni dispari e che ha regalato alle vie del borgo di Dozza un museo a cielo aperto, di inestimabile bellezza e valore. Anno dopo anno Dozza si è dipinta e si è abbellita, regalandoci una magia unica, che si respira tra le sue vie, passeggiando immersi nell’arte senza nemmeno aver pagato il biglietto di ingresso.
A una trentina di chilometri a sud di Bologna, Dozza è una delle perle più apprezzate dell’Emilia Romagna, tra i borghi più belli di Italia e custode dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, che si possono visitare nei tunnel sotterranei della Rocca Sforzesca, che sovrasta il borgo. Ma sono i murales presenti per tutto il centro storico ad attirare e ad aver attratto qui centinaia di migliaia di turisti in questi anni.

La Biennale del Muro Dipinto dagli anni Sessanta a oggi
La Biennale del Muro Dipinto nasce a Dozza negli anni Sessanta, con lo scopo di utilizzare il borgo come una tela bianca, da riempire e colorare, biennio dopo biennio, grazie agli artisti che si sono succeduti. Ogni due anni infatti a Dozza venivano invitati diversi artisti per affrescare e dipingere le pareti delle case, gli ingressi, le finestre, i muri ciechi.
Si può così passeggiare in una vera galleria di dipinti a cielo aperto, tra le vie del centro storico del borgo. I colori sono tenui e intensi, i murales sono piccoli e enormi, i temi sono in perfetta sintonia con le belle colline dozzesi e strettamente legati al luogo in cui sono stati pensati.

Nessun orario di apertura e chiusura, nessun biglietto di ingresso da pagare all’entrata: gli affreschi e i rilievi sono lì, a disposizione di tutti e sempre, del turista di passaggio che si trova lì per caso come dei suoi abitanti che ne possono godere in ogni momento. Ho visitato il borgo di Dozza spezzando il viaggio di ritorno da un on the road in centro Italia e la scelta si è rivelata inaspettata e gradita, nonostante una caldissima giornata di fine agosto.

Tutti i murales di Dozza
Sono oltre un centinaio i murales di Dozza e le opere presenti tra le vie del borgo, ideate e realizzate da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea che si sono succeduti e intervallati nell’arco di sessant’anni. Tra i tanti ci sono Sebastian Matta, Bruno Saetti, Giuseppe Ziganina, Omar Galliani e Fabrizio Fabbri. Sotto ogni opera è riportato il nome dell’artista e l’anno di realizzazione.

Quando andare a Dozza?
Tutto l’anno. Sicuramente la primavera e l’autunno possono essere i momenti migliori, sia per le temperature gradevoli e perfette per una bella passeggiata, sia per il minor numero di turisti presenti rispetto all’estate.
Potreste decidere di organizzare la vostra visita a Dozza in concomitanza con la Biennale del Muro Dipinto, la terza settimana di settembre oppure in occasione della Festa del Vino il primo weekend di Maggio.

Cosa vedere a Dozza oltre ai murales
La medievale Rocca Sforzesca
La possente Rocca Sforzesca è lì, che sovrasta il borgo, costruita seguendo il tracciato delle mura antiche. La Rocca fu costruita sulle rovine di una precedente fortezza nel 1400 per volere di Caterina Sforza. Riadattata e trasformata da fortezza medievale a rinascimentale e a residenza settecentesca poi, la Rocca passò di discendente in discendente, di famiglia in famiglia fino agli ultimi proprietari, la famiglia Malvezzi-Campeggi che visse qui fino agli anni Sessanta. Oggi la Rocca Sforzesca è proprietà del Comune e aperta al pubblico.
È possibile visitare il piano nobile, con le stanze signorili, le prigioni, le cucine e le torri. Si organizzano visite guidate tutto l’anno.

Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna
Ma è nei sotterranei della Rocca Sforzesca che si sentono stappare bottiglie e riempire calici di vino. Qui è infatti presente l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, con oltre 800 etichette di vini selezionati. Lambrusco e Sangiovese vi dicono qualcosa? Centinaia di bottiglie e prodotti caratteristici per scoprire la tradizione enogastronomica emiliano-romagnola. All’interno anche un wine bar, mostre temporanee, eventi, degustazioni.

