Il nome Valle Soana ha dato, negli anni, adito a diverse possibilità sulla sua origine e il suo significato. Pare che la maggior parte sia d’accordo con quanti dicono che Valle Soana significhi la valle che sana. Basterà arrivare, uscire dall’auto e respirare a pieni polmoni, guardarvi intorno in un paesaggio che si perde, per sentirvi già sulla strada giusta. Basterà un weekend lungo per fare la stessa strada verso casa e sentirvi rigenerati. Una valle stretta di origine fluviale, fitti boschi di latifoglie che la colorano a seconda della stagione, la Valle Soana appartiene all’area linguistica del franco-provenzale, o come dicono i suoi abitanti del parlar da nosautri; non stupitevi infatti di sentire un accento strano, parole troncate a metà ed erre simili al francese. I paesaggi, le borgate, le cappelle, la Valle Soana è ricca di luoghi di interesse imperdibili: cosa vedere e cosa fare in Valle Soana in Piemonte.

Dove dormire in Valle Soana
La Val Soana non è così ampia e tutti i luoghi di interesse sono facilmente raggiungibili tra di loro. Il mio consiglio è di dividere idealmente il viaggio partendo dalla bassa Val Soana e proseguendo per l’alta Val Soana, nei pressi del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Proprio qui sono presenti le escursioni più belle da fare, la natura e i paesaggi più incontaminati, innumerevoli sentieri di trekking perfetti per i principianti, ma anche per gli escursionisti più esperti. Dormire in Val Soana per qualche giorno significa trovarsi nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gran Paradiso e poter scegliere facilmente tra diverse escursioni. Per uno chalet tra monti e stelle, tutto in legno, in una delle parti più naturalisticamente belle del Parco, vi consiglio di soggiornare nello Chalet Rosa dei Monti, a Piamprato.
Cosa vedere e cosa fare in Valle Soana in Piemonte
Tra borgate montane quasi abbandonate, cappelle immerse in luoghi naturali splendidi e intatti, chiesette con una storia tanto antica quanto affascinante, hotel abbandonati ed escursioni nel Parco Nazionale del Gran Paradiso per tutti, la Val Soana ha davvero tanto da offrire a chi ama la montagna e il contatto con la natura.

Parco Nazionale del Gran Paradiso
A piedi nel parco più antico di Italia
Il più antico e longevo parco di Italia, il Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato istituito nel 1922 ed è un’area montuosa tra il Piemonte e la Valle d’Aosta. Nella parte del Piemonte si trova a cavallo tra due valli, la Valle Orco sul lato nord-ovest e la Valle Soana sul lato nord-est. Come tutti i Parchi Nazionali anche il Parco del Gran Paradiso è accessibile gratuitamente da tutti, in tutte le stagioni. Con il sole o con la nebbia, i paesaggi del parco sono di una bellezza unica e struggente e sono tantissime le passeggiate e i sentieri di trekking possibili da percorrere, sia per escursionisti esperti, sia per principianti e famiglie. Da Campiglia e da Ceresole Reale partono le escursioni più belle…in Paradiso!

Il paese di Piamprato
Punto di partenza di numerose escursioni
Nel versante opposto rispetto a Campiglia. Arrivati a Valprato, infatti, la valle si biforca: proseguendo verso destra si raggiunge Piamprato, mentre invece sulla sinistra si trova Campiglia. Piamprato è il luogo in cui vi consiglio di soggiornare, un piccolo paesino in cui fare una passeggiata e base di partenza per numerose escursioni.
Borgata Servino
Un villaggio abbandonato
Se amate villaggi pittoreschi abbandonati, non perdetevi un’escursione alla Borgata Servino. Un trekking semplice, della durata di massimo un’ora e mezza, che parte da Scandosio, frazione non lontana da Ronco Canavese. Arriverete in Borgata Servino e Borgata Fontana, rispettivamente a 1494 metri e 1550 metri di altitudine. Belle e suggestive, queste due borgate sono completamente abbandonate.
Hotel Gran Paradis a Campiglia
La storia dell’albergo abbandonato dal proprietario di Moulin Rouge
Un ipotetico viaggio in Val Soana potrebbe iniziare da qui, dall’Hotel Gran Paradis, costruito negli anni Sessanta da Jack Clerico. Magari il nome non vi dice niente, ma se vi dicessi che Clerico è partito da questo piccolo paese del Parco Nazionale del Gran Paradiso ed è emigrato in Francia, diventando il proprietario del Moulin Rouge?
Ci hanno raccontato di ospiti internazionali che arrivavano qui in elicottero, le Gemelle Kessler per esempio, di ballerine di can can, di feste e serate danzanti. Poi qualcosa si spezza. È il 1995 e il Gran Paradis termina la sua attività. Un lento e tristissimo abbandono lo avvolge ed è impossibile non notarlo passandoci davanti. Ogni tanto viene sistemato, restaurato, riaperto in occasione di matrimoni di figli e nipoti di Jack Clerico. Forse ha respirato troppa storia, la sua, forse era il sogno di Clerico vedere un grande hotel nel paese in cui era nato e che aveva lasciato e nel quale oggi è sepolto. O almeno, a me piace pensarla così.
Trekking a Boschetto e Boschettiera
Le due borgate montane quasi abbandonate
Un bel sentiero percorribile in qualsiasi stagione. Si parte da Molino di Forza o dalla vicina Tressi e si intraprende un bel sentiero tra boschi e salite. Il paesaggio vi lascerà esterrefatti, soprattutto se troverete la neve o se percorrete il sentiero durante una nebbiosa giornata autunnale. Più o meno a metà strada incontrerete una bellissima cappella incastonata nella roccia, dai colori vivaci e accesi.

A un certo punto incontrerete una biforcazione, proseguite dritto verso Boschettiera, caratteristica borgata in quota, guardatevi intorno: state camminando in un vecchio bosco di conifere e latifoglie. Arrivate a Boschettiera veniamo subito rapite dalla bellezza di una casa completamente restaurata, mantenendo l’architettura originale di baita di montagna, tra pietra e legno scorgiamo anche una lavatrice manuale. Qui non c’è acqua ed elettricità e chi vive qui, anche per diversi mesi all’anno, deve organizzarsi.
Proseguendo da Boschettiera è possibile raggiungere in circa due ore il Bivacco Davito, a 2.282 metri di altitudine con 4-6 posti disponibili per dormire.

Da Boschettiera proseguite poi per Boschietto e in circa un quarto d’ora, con una passeggiata praticamente in piano, sarete arrivate a questa seconda borgata in quota. Non perdetevi la chiesetta appena arriverete nei suoi pressi, che è stata recentemente restaurata.

Pian dell’Azaria
Chiesette e tome da portare a casa
Si lascia l’auto sul piazzale di Campiglia Soana, dove a poca distanza ci sono anche delle toilette libere, e si imbocca la strada sterrata in direzione Pian dell’Azaria. Si comincia con una lunga ma non difficile salita, fino ad arrivare a un’ampia piana ai piedi delle creste rocciose del Rancio, un tipico e meraviglioso bosco alpino. Le latifoglie e le conifere lasciano il posto ad abeti rossi e larici, proprio verso Gr. Barmaion.
Il bosco lascia spazio alla prateria alpina e non è raro incontrare mucche, capre e pecore al pascolo, soprattutto in estate. Non tornate a casa prima di aver fatto incetta di tome piemontesi in alpeggio.

Santuario di San Besso
Il santuario più importante della Val Soana
All’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso, il Santuario di San Besso si trova ad un’altezza di 2.019 metri di altitudine, ai piedi del Monte Fantono. Probabilmente già luogo di culto in epoca precristiana, il Santuario di San Besso è stato restaurato in modo importante nel Seicento e sul finire del Novecento. È raggiungibile da Campiglia, andando verso il Pian dell’Azaria e poi deviando sulla destra in circa due ore di cammino, oppure per chi volesse provare l’ebrezza di un trekking più lungo e impegnativo è raggiungibile in oltre quattro ore e mezza da Piamprato.
Il giorno più importante è il 10 Agosto, quando si celebra la festa di San Besso, ricorrenza onorata da moltissimi anni e molto sentita in tutta la Valle Soana. La festa è in onore del Martire Besso, che per difendere la sua fede cristiana venne buttato giù dalla rupe, dove successivamente sarebbe stato costruito il Santuario.