Siamo nella patria dell’olio di oliva, nel cuore dei terreni che donano l’ambita oliva taggiasca, quell’oliva per cui è stata istituita la DOP dal 1997 ed è conosciuta come Riviera Ligure DOP che cresce in questa zona, sui terrazzamenti divisi dai muretti a secco, con lo sguardo verso il mare. Coltivate fino a 600 metri sul livello del mare, le vere olive taggiasche sono inconfondibili per via del colore: verdi, nere e viola. Iò nostro viaggio ci porta in un itinerario nei pressi di Imperia, nel cuore di Taggia, per scoprire questo mondo più da vicino. Il viaggio tra le conoscenze e la storia del Frantoio Boeri è stato emozionante.

Frantoio Olio Boeri a Taggia: un’azienda alla quinta generazione
Essenza dell’azienda alla quinta generazione, ci accoglie Alessandro, che ha soli 25 anni e un entusiasmo coinvolgente. Con lui, per tutto il tempo, c’è anche la mamma che ci prepara un’invitante degustazione e lo ascolta inorgoglita.
L’Azienda Boeri è da 120 anni nella patria dell’oliva taggiasca, nata nel 1900 proprio qui vicino, dai primi ulivi acquisiti nel piccolo comune di Badalucco, per la precisione. Oggi il frantoio è nell’entroterra di Taggia, traferito recentemente, dal 2011. Prima il frantoio e quindi la produzione erano in centro città, ma poi per questioni di spazio e traffico hanno deciso di allontanarsi dal centro. Oggi hanno ancora un punto vendita a Taggia, in Viale della Rimembranza 34.

Frantoio Olio Boeri a Taggia
È in inverno che ha inizio la raccolta delle olive e si compie la magia
In azienda, al momento della nostra visita in piena estate, tutto è calmo e silenzioso. La maggior parte dei macchinari sono puliti e sono stati rimontati in occasione del nostro arrivo, ma l’estate è proprio il momento giusto per pensare alla loro pulizia e a eventuali lavori. È invece in inverno, da Ottobre a Marzo che si effettua la raccolta, ancora a mano in cassette di plastica rigida colorata. Ma è soprattutto tra Novembre a Gennaio, che qui c’è un gran viavai di persone, furgoncini, contenitori ricolmi di olive e i macchinari che lavorano a pieno ritmo.
Alessandro è figlio di quella generazione che ha tutta l’intenzione di continuare quello che è stato iniziato, con uno sguardo al passato e alle tecniche tradizionali ma con il piglio verso il futuro. E Alessandro ci dice subito che per fare un buon olio la tecnologia non è da demonizzare, anzi. Nell’olio, la tecnologia fa tantissimo.
L’azienda Boeri, che conta circa 2000 piante di ulivo, produce olio extravergine da olive taggiasche. Inoltre, mettono a disposizione il frantoio per chiunque voglia trasformare le proprie olive in olio. Ed è proprio da questa esperienza che nasce in Alessandro la voglia di raccontare i personaggi strampalati che a volte si presentano al frantoio, con le loro olive da macinare. Sul sito dell’azienda c’è infatti un colorito blog in cui sono raccolti gli episodi più strambi. Andate a leggere del Professore o di Giuanin per capire di cosa parlo – e farvi anche due sane risate.
Frantoio Olio Boeri a Taggia: dall’oliva taggiasca all’olio EVO
Il processo, che parte dall’oliva e arriva all’olio, è assolutamente affascinante. Le olive che arrivano in frantoio, vengono selezionate tra olive da destinare alla produzione di olio EVO e olive in salamoia. Ed è l’occhio del frantoiano a decidere quali saranno destinate a una cosa e quali a un’altra.
Le olive arrivano raccolte nelle foglie, perché questo permette di conservarle alla perfezione. Vanno lavorate nelle successive 24, massimo 48 ore dalla loro raccolta. I tempi sono stretti e c’è un gran da fare.
Così se una prima macchina ha il compito di dividere le olive per grandezza, la seconda ha il compito di separarle dalle foglie, che vengono scartate. Vengono poi messe nella lavatrice, che ha il compito di lavare le olive da acqua e agenti chimici.
È con la macchina successiva che l’oliva inizia la sua trasformazione e per questo è forse il passaggio più strabiliante. Per la macina ci sono due diverse tecniche: quella con la macina di pietra, più lenta, in cui la macinazione delle olive è a contatto con l’ossigeno, oppure con il frangitore che è una macchina decisamente più moderna, istantanea e veloce e non a contatto con l’ossigeno. In questo secondo caso l’olio sarà più ricco di polifenoli, dal sapore più amaro e piccante.

L’ideale, ci dice Alessandro, sarebbe riuscire a combinare meglio le due tecniche. Un’oliva completamente matura non va bene con la macina in pietra, ma potrebbe andar bene per il frangitore, ad esempio. Così ogni oliva ha la macina giusta, per renderla l’olio migliore.
Dopo, le olive macinate vengono messe nelle granule, che hanno delle palette che impastano senza essere in contatto con l’ossigeno. La temperatura viene controllata attentamente, non portandola mai al di sopra dei 27 gradi.
La pasta ottenuta va poi a finire nel decanter, che ha lo scopo di dividere la parte solida da quella liquida: la parte solida è costituita da nocciolo e buccia, la parte liquida è invece una miscela di olio e acqua.
L’ultima macchina è invece quella che ha lo scopo di dividere l’olio dall’acqua: attraverso un processo affascinante, antico ma all’avanguardia, ecco che la magia è compiuta.
Frantoio Olio Boeri a Taggia: i prodotti (non) solo commestibili
Non solo olio EVO, olio di oliva, olive taggiasche e olii aromatizzati, sono tantissimi i prodotti che l’Azienda Boeri produce e vende: prodotti sott’olio, creme, salse, tra cui l’indimenticabile pesto alla genovese con basilico genovese DOP, prodotti di mare.

Una parte della produzione, apprezzabile soprattutto per le donne, è dedicata invece alla cosmesi a base di olio di oliva e olio EVO: creme per il viso e per il corpo, saponette, scrub, bagnodoccia, shampoo, olio per massaggi e addirittura il dentifricio.
Tutto è acquistabile nei punti vendita o nello shop online che si trova sul sito.

Frantoio Olio Boeri a Taggia: l’olio EVO Crùoxentina è la quintessenza
Solo 600 bottiglie all’anno, per l’olio extravergine di oliva Crùoxentina. Sono olive che crescono a 600 metri sul livello del mare, sulla montagna, affacciate al mare. Raccolgono queste olive in un momento specifico, a metà Gennaio. La bottiglia è bagnata in pietra d’ardesia, esclusiva ed elegante. Queste bottiglie hanno sancito un momento di svolta per l’Azienda Boeri, che recentemente ha cambiato etichette, grafica e colori, lanciandosi sul mercato in modo più moderno e accattivante.
Anche il logo è un’idea di Alessandro, a me sono sembrate due mani intrecciate, ma per capire di cosa si tratti, dovete per forza andare in frantoio a farvelo raccontare.
[ Articolo in collaborazione con Olio Boeri ]
2 pensieri riguardo “Frantoio Olio Boeri a Taggia| Un viaggio nella produzione dell’olio extravergine da olive taggiasche”