Era il 1903 e Madame Thébault, celebre attrice francese, ispirata dal meraviglioso giardino di Monet a Giverny desidera fortemente un suo giardino privato. E qui ad Étretat, sulla remota scogliera d’Amont lontana da tutti, pianta le prime tre piante dando vita ai Giardini di Étretat. Oggi, completamente rinnovati, sono un mix tra natura e arte contemporanea, un meraviglioso e surreale sogno ad occhi aperti.
La storia dei Giardini di Étretat
Come vi accennavo all’inizio dell’articolo i Jardins d’Étretat nascono dal sogno della famosa attrice comica francese Madame Thébault, che ispirata dal padre dell’impressionismo, Claude Monet, desiderava ardentemente un suo giardino.
Nel 1905, come voleva la moda parigina del tempo, acquistò un terreno in Normandia per far costruire una casa di villeggiatura. Fece però una scelta molto originale, al posto del centro paese scelse un terreno più isolato, in alto, in balia dei forti venti, in cima delle falesie di Étretat, sull’iconica Falaise d’Amont, un luogo misterioso e romantico.
Qui fece costruire “Villa Roxelane”, chiamata in onore della moglie del sultano Soliman il magnifico, che aveva interpretato a teatro e che l’aveva resa celebre. Qui, con una vista mozzafiato sullo Stretto della Manica e su l’Aiguille Creuse, Madame Thébault decise di dar vita al suo giardino dal quale il suo amico Claude Monet dipinse la sua celebre serie “Les Falaises d’Étretat”.

Nel 2017, dopo un secolo, l’architetto paesaggista Alexandre Grivko, con il suo team, ha reinventato il giardino di Madame Thébault creando un vero e proprio museo d’arte contemporanea a cielo aperto, in completa e costante evoluzione. In soli due anni Grivko, è riuscito a creare da zero un magnifico giardino, grazie ad alcune tecniche imparate da André Le Nôtre l’architetto che diede vita in tempo record ai Giardini di Versailles.
I Giardini di Étretat sono un viaggio tra natura e arte
Le opere d’arte contemporanea sono completamente immerse nel verde che, attraverso la potatura, si trasforma esso stesso in opera d’arte. Le piante, che nei giardini sono più di diecimila, vengono trasformate in sculture ispirate al patrimonio naturale della Normandia, tra queste le onde del mare della Manica e gli archi delle Falesie della Costa d’Alabastro. Ma il progetto di Grivko va oltre, desidera che i Giardini d’Étretat diventino un luogo vivo e di creazione. Per questo, da Dicembre 2022, a Villa Roxelane vengono organizzate delle residenze per gli artisti contemporanei.
Inoltre i Giardini fanno parte dei Grandi giardini del mondo in virtù della loro bellezza naturale e del design con cui sono stati costruiti.
La visita ai Giardini di Étretat
La visita ai Jardins d’Étretat si può fare in autonomia grazie ad un dépliant che viene fornito all’ingresso. La visita è un vero e proprio viaggio attraverso i giardini.
Si inizia dai Jardins Avatar, la porta d’accesso dei giardini, dove vi lascerete la realtà alle spalle e vi immergete in un viaggio fantastico, dove anche gli alberi suonano.
Continuate poi nei Jardins Impressions, ai piedi di Villa Roxelane, là dove sorgeva un tempo il giardino di Madame Thébault e la terrazza dove pittori e artisti si sono alternati per immortalare le iconiche scogliere della Costa d’Alabastro. Le siepi vorticano tra loro e ricordano le maree, che si alternano lungo le coste della Manica. Qui, affacciata sulle scogliere, troverete una delle mie opere preferite “Le Cardiogramme” di Tadevosyan che rappresenta l’allegria di una vita ben vissuta, tra alti e bassi.

Poi ancora il Jardin Émotions, che rappresenta gli allevamenti di ostriche di Étretat voluti da Maria Antonietta, con l’iconica opera “Drops of Rain” di Salcedo che ne fa da padrona. Le gocce di pioggia sono in realtà dei visi intenti ad esprimere le emozioni più disparate, ma la loro chiave di lettura è completamente nelle mani del visitatore.
Si continua nel Jardin d’Aval ispirato dalla favola di Alice nel paese delle meraviglie: grazie all’installazione di Rösler “Atable and two benches” è un luogo di incontro e riposo per il visitatore. Questo giardino è circondato da archi che ricordano la Falaise d’Aval e immerso nelle orchidee, piantate da Grivko per dare continuità con il giardino di Madame Thébault che aveva fortemente voluto le orchidee nel suo giardino come omaggio a Roxelane.
Proseguite sotto gli archi fino al Jardin Zen, il più remoto dei Giardini di Ètretat, dove l’uomo e la natura coesistono. Spingetevi fino in fondo dove si trova, completamente immersa in una stanza di bambù a cielo aperto, “The Rain” la scultura di Bilyk, che rappresenta un uomo intento nel dialogo con sé stesso. In assoluto la mia preferita dei giardini.

Risalite poi il giardino fino all’opera immersiva sonora “Until The word is gone” di Katran dove alcune sculture sospese in terracotta riproducono il suono della parola arte in 125 lingue trasformando la parola in un oggetto materiale visibile e palpabile.
Il centro dei Giardini di Ètretat sono i Jardin La Manche che ricordano le onde del mare, le piante utilizzate hanno un fogliame argentato che ricorda la schiuma delle onde increspate.
A concludere la visita i Jardin d’Amont che sovrastano i Giardini d’Etretat, le piante si trasformano in scogliere che si fondono con la linea dell’orizzonte. La terrazza dei Giardini è il punto panoramico più alto dei Giardini di Étretat.



Informazioni utili per la visita
I Giardini di Étretat sono aperti tutto l’anno dalle 10 alle 18. Il costo d’ingresso è di 12€ per gli adulti, 7,50€ per i ragazzi da 7 a 14 anni.
La visita viene fatta in autonomia con l’ausilio di un dépliant, in inglese o francese.
Il tempo di permanenza è di circa un’ora e mezza ed io personalmente consiglio di visitare i giardini verso l’ora del tramonto, dove non c’è molta folla e si possono godere con la giusta calma.
I Jardins d’Étretat sono situati sulla Falesia d’Amont, un’area protetta naturale, e sono raggiungibili solo a piedi, lungo la strada che li collega al centro del paese oppure con la scalinata che parte dalla spiaggia. Se arrivate ad Étretat in auto la potete lasciare in uno dei parcheggi pubblici a pagamento presenti all’ingresso del paese.
[ Articolo in Collaborazione ]

Scritto da Ezia Peano
Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.

