Escursione tra i boschi in Val Varaita | Il Bosco dell’Alevè di pini cembri più grande di Europa

Forse dovremmo imparare ad essere più come i pini, resilienti davvero. Capaci di trattenere goccioline d’acqua per giorni in posizione precaria, ma anche a lasciarle andare serenamente quando non è più il momento. Capaci di trattenere grandi quantità di neve, ma senza sopperire al loro peso; in grado di far gruppo nei boschi, ma anche stare in solitaria, rimanere dimenticati per gran parte dell’anno e poi addirittura lasciarsi addobbare per Natale. Essere i più semplici, da disegnare, ma invece contenere centinaia di migliaia di minuscole parti, tali da renderlo contorto. Sono innamorata perdutamente dei colori dei boschi, del loro profumo, delle invadenti radici che giocano a nascondino nel terreno, dello scricchiolio sotto i piedi delle foglie in autunno, della nebbiolina al mattino e dei raggi del sole che si fanno spazio tra le fronde. Se amate l’ecosistema bosco, non potete perdervi un’escursione tra i boschi in Val Varaita: il Bosco dell’Alevè è il più grande bosco di pini cembri più grande di Europa.

Il nome Alevè deriva dalla parola “èlvo”, nome occitano di pino cembro, proprio perchè il Bosco dell’Alevè è la cembreta pura più grande di tutta Europa. Proprio per questo il bosco è area protetta fin dall’antichità, nel periodo in cui il territorio era un Escarton del Delfino di Francia, dal 1343 al 1713 ed è iscritto al Libro Nazionale dei Boschi da Seme dal 1949. Ogni anno infatti i suoi frutti, i pinoli, vengono raccolti e trapiantati in vivai in modo da dare vita a nuovi esemplari. In questo bosco, inoltre, a oltre 2950 metri di altitudine vive il pino cembro più in quota che sicuramente vanta una carta d’identità di tutto rispetto, con più di 600 anni che si trova sul versante nord della Cima delle Lobbie.

Il bosco dell’Alevè in Val Varaita, la cembreta pura più grande di Europa

Il pino cembro può arrivare a raggiungere i 20 metri di altezza. È una pianta molto longeva, alcuni esemplari hanno un’età che supera il mezzo millennio. Il bosco è molto interessante per le numerosissime specie animali e vegetali che ospita ed è per questo motivo che dal 2000 è inserito nell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario dell’Unione Europea; si contano circa 40 specie di mammiferi, 70 specie di uccelli, almeno 1000 specie di insetti e 163 specie di licheni e arbusti.

Un bosco antico e da sempre protetto per l’unicità dei suoi esemplari, i pini cembri

Il Bosco dell’Alevè si snoda tra i comuni di Pontechianale, Casteldelfino e Sampeyre e ricopre una superficie di 820 ettari, tra i 1500 ai 2500 metri di altitudine. Il Centro Visite dell’Alevè a Casteldelfino è il punto di partenza perfetto per esplorare il bosco e fare numerose escursioni. Tra le più belle vi consiglio quella fino al Rifugio Bagnour, passando per il Lago Secco.

Bosco dell’Alevè escursione

Da Casteldelfino al Rifugio Bagnour passando per il Lago Secco

A differenza di quello che potreste pensare il Bosco dell’Alevè si trova in Val Varaita sul versante destro se siete in direzione Colle dell’Agnello. Per arrivare all’imbocco del sentiero si percorre la Valle Varaita in direzione Colle dell’Agnello, da Casteldelfino si procede verso Pontechianale. Poco prima dell’abitato Castello e della diga artificiale sulla destra troverete i ruderi di una vecchia caserma. Poco più avanti sulla sinistra c’è un parcheggio; soprattutto nel weekend vi consiglio di arrivare presto per lasciare la macchina, i posti disponibili non sono tantissimi.

Da qui, in salita, inizia il percorso. Seguite le indicazioni per il Lago Secco. A un certo punto raggiungerete delle baite, che testimoniano che in passato l’uomo aveva scelto questo versante esposto a sud per la monticazione; lasciate le baite alla vostra sinistra e proseguite verso destra: forse da questo punto in poi si snoda il sentiero con il paesaggio più bello. Una volta raggiunto i 1890 metri del Lago Secco, che è molto scenografico quando è a pieno carico, costeggiatelo e proseguite lungo il sentiero, fino al Lago e al Rifugio Bagnour.

Il Lago Secco nel bosco dell’Alevè, molto scenografico quando è a pieno carico

Arriverete in un pianoro e non vi sembrerà di essere a quota di oltre 2000 metri di altitudine. Di fianco al lago, oggi poco più che una torbiera, sorge il nuovo, bellissimo rifugio.

Il Rifugio Bagnour, a quota 2017 metri e nel cuore delle Alpi Cozie è aperto tutti i giorni in estate e solo nel weekend nel resto dell’anno.

Il nuovo Rifugio Bagnour, vicino al lago omonimo che oggi è più una torbiera, a 2017 metri di altitudine
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3 pensieri riguardo “Escursione tra i boschi in Val Varaita | Il Bosco dell’Alevè di pini cembri più grande di Europa

  1. Ieri ho fatto esattamente questo itinerario perchè era da tempo che lo “puntavo”!
    che dire? bellissima passeggiata, a tratti impegnativa a dire il vero, tra i profumi intensi del bosco e tanta pace!
    Si, sembra incredibile a dirsi in questa estate ancora “pandemica” dove le montagne sono prese d’assalto da orde di turisti, ma durante questo tragitto posso dire di essermi sentita sempre circondata dal rumore del bosco, dal cinguettio degli uccelli e dal solo frusciare degli alberi al vento. Abbiamo incrociato poche persone ed è stato facile e bello poter camminare senza pensieri e senza mascherine. Arrivati al rifugio Bagnour ovviamente abbiamo trovato la concentrazione di gente più alta ma comunque il prato su cui si affaccia era abbastanza grande per tutti.
    Siamo saliti dal rifugio L’Alevé che è proprio a bordo strada in frazione Castello e, dopo un inizio piuttosto ripido, siamo arrivati alla baita e di lì abbiamo proseguito per il lago (che non era nel massimo della piena ma nemmeno secco) e infine l’ultimo sforzo per raggiungere la vetta e appunto il rifugio.
    Non avevamo con noi il pranzo e il rifugio, causa Covid, era tutto prenotato quindi siamo ridiscesi a valle proseguendo dal lato opposto a quello della salita in poco meno di un’ora.
    Devo ammettere che il sentiero è davvero ben segnalato ed è impossibile perdersi (una delle mie paure è sempre quella di perdermi in montagna) e tutto il percorso è quasi sempre all’ombra, il che da grande refrigerio nelle calde giornate estive. Ad ogni modo non vedo l’ora di tornare a fine settembre/inizio ottobre per rivedere questo bosco con le sfumature dorate dell’autunno.
    Dopo un meritato pranzo proprio all’inizio del percorso siamo poi saliti (questa volta in auto!) al colle dell’Agnello per un ultimo sguardo su un panorama mozzafiato esattamente sul confine con la Francia. E’ sempre bellissimo sentire i fischi delle marmotte che, proprio in questo periodo scorrazzano buffe sulle montagne!
    Elisa e Ezia ormai siete la Lonely Planet delle passeggiate nel cuneese e questo blog lo consulto ormai spesso per la varietà di itinerari che offre ❤ Viva!!

    @mo16anni

    Piace a 1 persona

    1. Monica, che meravigliosa descrizione!
      Grazie per averci portate un pochino con te in questo racconto, in uno dei boschi che forse abbiamo amato di più! Siamo molto felici ❤️ e grazie, sempre sempre, per i tuoi apprezzamenti, che sono davvero importantissimi per noi!

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