Intervista a Valerio Minato, il fotografo di Torino

Questa settimana sono un po’ più emozionata del solito, perché sul lettino da psico-blogger c’è un grandissimo fotografo. Perché l’ho chiamato il fotografo di Torino? Perché Valerio Minato, molto conosciuto e amato dai torinesi, che conoscono le sue fotografie a memoria, fotografa Torino in lungo e in largo donandoci prospettive poetiche e inedite. In questa intervista, Valerio ci parla della sua passione, nata tardi rispetto a quello che ci si possa aspettare e che è diventata poco alla volta, un po’ per caso un po’ per fortuna, la sua professione.

  1. Fare foto piace più o meno a tutti, venire fotografati dipende. E poi, c’è chi vive con l’occhio incollato all’obiettivo e tu, sembri proprio uno di questi. Quando e come è nata la tua passione per la fotografia?

Ciao Elisa e grazie per l’intervista! Diciamo che le mie fotografie, senza troppe pretese, le ho scattate fin da bambino. Mia zia, che è ha sempre viaggiato molto e portava con sé la sua macchina fotografica, un giorno mi regalò la sua. Era una Nikon a pellicola semiautomatica, avrò avuto 8/9 anni se non ricordo male. Poi ebbi anche un paio di compatte digitali ma la mia verve fotografica si fermava a scattare foto ricordo dei posti che visitavo. Solo nel 2012, alla non più tenera età di 31 anni, comprai la mia prima reflex: diciamo che l’onda modaiola del “siamo tutti fotografi” investì anche me! Ma dopo i primi giorni mi resi conto che quel tipo di approccio, fatto soprattutto dalla gestione in manuale dei parametri di scatto, mi permetteva di imprimere qualcosa di veramente mio alle fotografie. Il soggetto con cui feci gavetta era proprio la mia città. Partivo da casa col mio zainetto (che poi è cresciuto col tempo) ed andavo alla ricerca di punti per scattare panorami su Torino: mattina, pomeriggio o sera, sole, pioggia o neve.. ero sempre in giro a scattare! Cosa di non secondaria importanza è stato l’utilizzo e la condivisione delle mie fotografie sui social: mostrare quel che facevo mi piaceva, mi serviva a crescere e migliorarmi. Tuttora li utilizzo come principale canale di divulgazione del mio lavoro.

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Photo Credits: Valerio Minato
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Photo Credits: Valerio Minato

2. La tua passione per la fotografia è diventata un lavoro, tanto che hai iniziato a stampare le tue foto e a venderle. Come è avvenuto il passaggio da passione a professione?

Come in tutti i cambiamenti non c’è mai una linea di demarcazione così netta, però se devo proprio dare un inizio il passaggio avvenne nell’autunno del 2013. Mi ero appena laureato (ho iniziato tardi l’università, a 25 anni, non sono così somarello!) e la mia ragazza mi lanciò un’idea: stampare un calendario con le mie fotografie da regalare ad un’amica di sua zia, che apprezzava i miei scatti. Da lì decisi di stamparne qualcuno in più già che c’ero (100 la prima stampa) che finirono in una settimana! Ecco così pian piano sono arrivate le altre cose, le prime stampe, i pannelli i quadri da arredamento, il secondo, il terzo ad ora il quarto calendario!

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Photo Credits: Valerio Minato
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Photo Credits: Valerio Minato

3. Tutti se lo chiedono e i pochi a cui avevo anticipato di questa intervista mi hanno chiesto di chiedertelo. Quali sono i luoghi da cui scatti le tue meravigliose cartoline su Torino?

Diciamo che vado dai posti classici e conosciuti (Monte dei Cappuccini, Superga, Villa Genero) ad altri cui sono particolarmente affezionato, che ho scoperto dopo tanta ricerca e kilometri percorsi e che, non mi odiate per questo, non rivelerò. E poi c’è il capitolo delle fotografie alla luna: li non c’è mai un posto fisso! Ogni mese la luna sorge con un angolo azimutale differente e quindi, in base alla composizione fotografica che voglio ottenere, studio le località sulla mappa (Google Earth principalmente) e spostandomi in loco con il gps mi apposto ad attendere (sperando di aver calcolato bene tutto!)

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Photo Credits: Valerio Minato

4. Torino e Piemonte sono i luoghi in cui vivi e sono i protagonisti dei tuoi scatti e delle tue tele. Quali sono i tuoi luoghi del cuore?

Sono tanti i luoghi del cuore, ma se proprio devo dirne uno è questo punto della collina : ogni volta (o quasi) che mi reco lì succede sempre qualcosa di bello ed interessante dal punto di vista fotografico!

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Photo Credits: Valerio Minato
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Photo Credits: Valerio Minato

5. Una delle tue ultime fotografie mi ha profondamente colpito, quella con le lucciole. Le lucciole mi ricordano la mia infanzia in campagna, piena di questi animaletti luccicanti che comparivano e sparivano. Fotografarle non deve essere stato semplice …

Senza esagerare è stata forse la cosa più complicata che abbia mai fotografato (infatti non sono ancora soddisfatto del risultato e l’anno prossimo cercherò di migliorare). Difficile innanzitutto per trovarle! Abitando in città da più di 10 anni oramai non le vedevo e nemmeno conoscevo i posti dove trovarle: poi grazie a suggerimenti di amici e studiando un po’ il loro habitat sono riuscito a trovare un paio di posti in cui ce n’era una concentrazione sufficiente da riuscire a catturarle con l’obiettivo! E poi è tremendamente difficile l’impostazione dello scatto, soprattutto messa a fuoco e gestione degli ISO. Tecnicismi a parte nelle due nottate trascorse a fotografarle ho vissuto delle emozioni incredibili: trovarsi un un bosco da solo con questi minuscoli coleotteri luminescenti che mi ronzavano attorno è stato veramente magico!

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