Dopo una colazione da vere signore partiamo alla scoperta di altri due siti archeologici della penisola dello Yucatan, il sito di Uxmal e il sito di Coba. In realtà, non li abbiamo visti lo stesso giorno, ma per semplicità ve ne parlo insieme. Entrambi mi sono piaciuti moltissimo: li ho trovati meno turistici dei precedenti visitati e, complice una giornata con delle nuvole meravigliose e un sole caldo caldo (era ottobre ma in Messico è estate piena), conservo un indimenticabile ricordo di queste due visite.

I primi scavi archeologici effettuati al sito di Uxmal risalgono al 1929. Da allora, buona parte del sito è stata restaurata, nonostante rimanga ancora moltissimo da scoprire. Salendo lungo il pendio direzione rovine, sono rimasta incantata dall’imponenza e dalla maestosità della Casa del Adivino, la Casa dell’Indovino, alto 39 metri e con un’insolita forma ovale su cui purtroppo non è permesso salire. A ovest sorge il Quadrilatero delle Monache, con le sue 74 stanze. Per quanto riguarda la funzione tenuta in passato sono state fatte numerose ipotesi, tra cui che si trattasse di un’accademia militare, una scuola reale o un complesso di palazzi. E poi ci sono loro, le nuvole ! C’è poco da fare, le nuvole in Messico sono più belle.



Degna di nota è anche il Palacio del Gobernador: con la sua facciata di quasi 100 metri è stato definito l’edificio più bello di Uxmal. Adiacente al Palazzo del Governatore è presente la Gran Piramide, alta ben 32 metri, è stata restaurata sul lato nord. In cima all’edificio sono visibili alcune sculture raffiguranti il dio della pioggia Chac, uccelli e fiori.



Qualche giorno dopo la nostra visita è stata al parco archeologico di Cobá, che si trova a 90 km da Chichen Itza. Il più selvaggio, il meno turistico, quello che in assoluto mi è piaciuto di più. In realtà questo sito archeologico non è grande quanto quelli più celebri. Ma il luogo in cui sorge, completamente immerso nella giungla, fa subito sentire il visitatore in un posto antico, selvatico, inaccessibile e impervio. Numerose rovine devono ancora essere portate alla luce. I primi scavi furono condotti nel 1891, ma successivamente fino al 1926 ci fu una battuta d’arresto. Dal 1930 al 1973 gli scavi furono nuovamente interrotti. Si stima che Cobá contenga circa 6500 strutture, soltanto in minima parte portate alla luce e restaurate. Ci si può arrampicare più o meno ovunque – divertimento unico! –
Al nostro arrivo purtroppo ci ha accolte il parcheggio del sito e abitazione per molti, completamente allegato da giorni di pioggia e uragani.


Il tempo per visitare il sito non era molto, così questo simpatico – e sfortunato! – giovanotto di nome Izmael ci ha portate fino alla piramide di Nohoch Mu.

Arrivate alla piramide di Nohoch Mu non abbiamo potuto fare altro che scalarla: raggiunge un’altezza di 42 metri ed è il secondo edificio maya in ordine di altezza presente nello Yucatán. Salire sugli antichi gradini è eccitante anche se può essere pericoloso e quindi è raccomandata la massima attenzione. Proprio mentre noi salivamo una ragazza era seduta sui gradini in preda a una crisi di panico, dovuta probabilmente all’altezza e alla sensazione che, non essendoci nessuna struttura di protezione, il rischio di cadere è molto elevato. Arrivare fino in cima e godere dello splendido panorama è meraviglioso ma per chi, arrivato lì sotto, non se la sente di salire, è meglio non rischiare.



Se volete leggere gli articoli sul Messico:
Messico: nuotare nel cenote di Valladolid
Yucatan: alla scoperta dei siti Maya di Ek Balam e Chichen-Itza
Grazie per avermi fatto rivivere il ricordo di questa terra meravigliosa!!
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Che piacere sapere di averti fatto rivivere questo luogo magnifico ! 😀
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