Torino, 17 Luglio 2016
La Cena in Bianco nasce da un sogno: tante persone insieme che addobbano un luogo, un giardino, un parco, una piazza, una strada, portandosi tutto da casa, sedie, tavole, candele, cibo. Rigorosamente di colore bianco.
Il motivo? Passare del tempo felice insieme.
Ogni anno la Cena in Bianco mi fa guardare la mia città con gli occhi pieni d’amore e speranza. Giorni e settimane prima si pensa a cosa indossare, come organizzarsi, come dividersi le cose da cucinare e da portare, quali bicchieri scegliere, si comprano candele per addobbare i tavoli e bolle di sapone, si preparano segnaposti, si scrivono menù.
E quel giorno, si parte di buon’ora, affrontando il caldo, le code, la confusione ma con il sorriso, perché si è lì tutti per lo stesso motivo: divertirsi, stare insieme, passare una serata speciale.
Macchine e furgoni ricolmi di tavole, sedie, cestini, borse frigo, fanno il loro ingresso nella location prescelta e comunicata solo un paio di giorni prima. Si inizia ad allestire, i tavoli uno accanto all’altro, come un’unica grande tavolata. Tutto è rigorosamente bianco, i bicchieri sono di vetro, le donne osano mettendosi fiori tra i capelli e gli uomini con il cappello, i bambini scorrazzano per prendere le bolle di sapone che volano ovunque, si gonfiano i palloncini, si mettono fiori freschi in tavola.
Tutto è pronto.
Si sventolano i tovaglioli in aria e ora sì, la piazza è proprio tutta bianca; è il segnale che la cena può iniziare. Ma qualche minuto dopo, qualcuno inizia ad alzarsi e gli altri fanno altrettanto. Quest’anno, noi siamo qui a festeggiare la vita, ma a qualcun altro è stata portata via. Ingiustamente e vigliaccamente. Tutti sono in piedi e il silenzio è pesante e irreale. Un minuto di silenzio e poi un forte applauso, scioglie quel nodo di malinconia e ci fa iniziare la cena.
Famiglie intere, coppie solitarie, gruppi di amici, iniziano a mangiare sotto le stelle.
Il tramonto è ormai alle porte e la sera lentamente arriva. Si accendono le candele e le luci e la piazza si illumina. Brindisi, bicchieri che sbattono, rumore di posate, fotografie, c’è chi suona e c’è chi balla, chi gioca a carte, chi semplicemente chiacchiera.
Si inizia a sistemare, a fare sacchetti dell’immondizia, perché tutto ciò che si è portato per la cena, va riportato via. La piazza deve ritornare pulita come è stata trovata all’arrivo.
La serata è terminata. Sui tavoli vengono caricate anche le sedie e le borse e si torna alle macchine.
Noi siamo già pronti per la prossima Cena in Bianco. E voi?