Casa Macchi, splendido bene FAI a Morazzone, vicino a Varese

L’eccezionalità della semplicità. È proprio questo Casa Macchi, a pochi chilometri da Varese: nulla di straordinario o singolare, ma un luogo modesto che racchiude, come tutte le cose semplici, della magia.

Casa Macchi non è stata abbandonata, sorte invece toccata a tanti Beni prima che arrivassero nelle mani del FAI, ma chiusa. È stata lasciata in eredità al FAI da Maria Luisa Macchi nel 2015: quattro anni dopo il FAI ha aperto il cantiere per alcuni lavori di ristrutturazione, un restauro delicato, effettuato con lo scopo di mantenere intatto lo spirito del luogo. Finalmente nel 2022 ha aperto le sue porte ai visitatori.

Casa Macchi, bene FAI a Morazzone

Informazioni per la visita

Casa Macchi si trova a pochissimi chilometri da Varese, a circa 20 minuti di auto. Tenetela quindi in considerazione per una gita in giornata o, se non conoscete il Varesotto, per organizzare un viaggio in questo territorio ricchissimo di attività da fare, giardini e dimore da non perdere.

Se arrivate in auto non è presente un vero e proprio parcheggio dedicato, trovandosi nel cuore di Morazzone, potete però lasciare l’auto a poca distanza in un ampio parcheggio su Via XXVI Agosto.

Casa Macchi è aperta al pubblico dal venerdì alla domenica, dalle ore 10 fino alle ore 18. Il biglietto di ingresso per adulti ha un costo di 8 euro e permette di visitare il Bene in autonomia, con un sovrapprezzo di 5 euro è possibile fare la visita guidata. L’ingresso a Casa Macchi è gratuito per gli iscritti al FAI, i bambini sotto i 5 anni e i residenti del Comune di Morazzone.

Casa Macchi, bene FAI a Morazzone

La sua storia e quella dei suoi proprietari

Casa Macchi rappresenta qualcosa di eccezionale perché è un contesto puro e vero, un pezzetto di mondo che sembra lontanissimo a quello che conosciamo noi oggi, ma che invece rappresenta un affresco di com’era l’Italia neppure un secolo fa.

Casa Macchi è una delle tante case di famiglie benestanti ma non ricche, famiglie rispettabili e degne di riguardo, che vivevano in una casa degna e con tutto quello che poteva servire ai suoi abitanti. Una famiglia che oggi definiremmo all’antica, dove la vita scorreva lenta: le giornate fluivano secondo i rintocchi del campanile del paese e gli anni seguendo la sequenza delle stagioni.

Il tempo in questa casa a poca distanza da Varese si è fermato nel 1979 quando Maria Luisa Macchi ha chiuso il portone per trasferirsi altrove.

La sua storia era iniziata almeno un paio di secoli prima. A inizio Ottocento l’abitazione era divisa in due: due edifici distinti con botteghe annesse che appartenevano a due famiglie diverse. Una di queste era della famiglia del nonno di Maria Luisa. Gli edifici vennero poi uniti sotto lo stesso proprietario.

Un edificio che non è né un palazzo, né una villa, ma una romantica casa di campagna di una famiglia della borghesia lombarda. L’edificio culmina in una torretta. All’interno è presente un cortile con un bel giardino provvisto di limonaia. Il FAI ha anche riaperto l’Emporio, dove oggi si trova anche la biglietteria e da cui si entra per fare la visita. L’Emporio era la bottega storica di pertinenza della casa, che aveva chiuso decenni fa come tanti altri negozi che ancora alla metà del Novecento animavano la vita del paese.

Casa Macchi conta una ventina di stanze in tutto, tra salotti, salottini, cucine, sale da pranzo e camere da letto. I pavimenti sono in cotto lombardo, qualche soffitto è invece graziosamente ornato con fiori e frutta. L’arredo è di fine Ottocento e quasi tutto appartiene alla famiglia Macchi: dal portaombrelli alle stoviglie, dall’abbigliamento ai giornali, dalle caffettiere ancora sui fornelli alle fotografie.

Esplorando con lentezza le numerose stanze di Casa Macchi vi ritroverete emozionati a sfogliare un album fotografico di quelli che potevano essere dei nostri bisnonni o nonni, dove tutto veniva conservato con cura, non si buttava via niente perché tutto poteva tornare utile, ma non si comprava nulla di troppo, così che l’insieme non stride e tutto ciò che vi circonda vi infonderà tenerezza e ricordi.

Durante la visita di Casa Macchi probabilmente vi sentirete un po’ di troppo, perché è proprio così: camminerete nella casa dei nonni di Maria Luisa. Lui era ragioniere, appassionato di caccia, aveva lo studio a Milano, ma qui a Morazzone trascorreva gran parte del tempo libero. La moglie non lavorava, ma si occupava della casa, della famiglia e curvava il giardino, amava esercitarsi al pianoforte. Avevano due figli, Battista che poi diventerà chimico e Carlo Luigi, il padre di Maria Luisa, che invece si impiegherà nelle assicurazioni e sposerà Leonilde Monti.

Nel 1924 nasce la figlia Maria Luisa che studia in un collegio di suore a Savona. È bella, acculturata e piena di passioni; ha tanti corteggiatori, ma nessuno di cui si innamora davvero, così dopo la morte dei genitori rimane a vivere in questa casa da sola.

Prima di ritirarsi a soli 60 anni in una casa di riposo, chiude il portone non spostando nulla e lascia la sua casa al FAI che sapeva se ne sarebbe preso cura, affinché potesse renderlo un museo vivo, che dia lustro a Morazzone, secondo le sue volontà.

Il giardino di Casa Macchi

All’esterno è presente un grazioso giardino con piante di bambù, rose, ortensie e una limonaia. È presente anche una voliera. Passeggiare nel piccolo giardino lascia immergere ancora di più il visitatore in una casa ricca di luoghi per deliziarsi nel tempo libero, ma senza pretese.

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