Ovviamente era toccato a me, andare a prendere la scrittrice.
In casa erano state settimane di agitazione. La mamma correva da una parte all’altra, lavava i vetri della stanza che l’avrebbe ospitata, rassettava, riempiva vasi di fiori rigorosamente finti, perché quelli veri si mettono solo al cimitero. Per giorni aveva continuato a ripetere a mia zia, mio padre e me che non avremmo dovuto disturbare, per nessun motivo, la scrittrice. Che quella, veniva apposta su un’isola per stare tranquilla, per farsi venire l’ispirazione, per scrivere in santa pace senza i fastidi della città. E noi, avremmo dovuto camminare in punta di piedi per non darle fastidio perché magari avrebbe scritto il capolavoro della sua vita proprio qui, in casa nostra. Continua a leggere “Racconto: l’isola a forma di farfalla”