Il complicato, profondo rapporto madre-figlia | 6 libri da leggere insieme alla propria madre

A Napoli si dice “Chi tene a mamma è ricc e nun o’ sap”. Chi ha la mamma è ricco, ma senza rendersene conto. Spesso conflittuale, alle volte catastrofico, quello con la propria madre è il rapporto più viscerale e intimo che l’uomo e ogni altro animale possano mai vivere.

Temi come l’abbandono e l’infanticidio esuleranno da questo scritto, perché rientrano in quella minuscola parte di mondo oscuro e malato che merita di essere trattato separatamente, non qui, ove l’indole gioiosa del blog richiede che, con delicatezza, esploriamo l’immensità di un amore che con la sua sola forza può salvarci dal dolore, sollevarci dalle fatiche, caricarci di autostima (oltre che di cibo). 6 libri sul rapporto madre-figlia, 6 libri in cui l’appiglio naturale di una figlia alla madre si scontra con le complicazioni che investono la vita di una madre.

Rapporto madre-figlia: intimità e difficoltà

Il rapporto madre-figlia (o madre-figlio) è così soggettivamente scandagliabile e complesso che risulta impossibile ritrovarsi perfettamente in un libro. Non è come rispecchiarsi in una storia che parla d’amore. Lo sappiamo che quando siamo innamorati, o soffriamo per amore, le pene dello scrittore sono le nostre, e ogni rigo ci ricorda Lui o Lei. Qui siamo in un terreno ancora più delicato. Con vostra madre potere sbraitare e scacciare fuori senza paura ogni fragilità, potete sentirvi inutili e stupidi, incompresi, ma mai soli. Ecco perché Chi tene a mamma è ricc e nun o’ sap.  Eppure, la maternità, a volte perché diventa scudo, altre volte perché condizionata dall’ignoranza, altre volte ancora perché bistrattata dall’egoismo, fa a pugni con l’individualità dei figli.

6 libri sul rapporto madre-figlia

La cucina color zafferano di Yasmin Crowther

L’odore di henné, erbe, fichi secchi e limone esala da un orto nella grigia, fuligginosa Londra. Questa immagine, invocata nelle prime pagine del libro, può essere metafora della intera storia. Di un amore materno che riscalda una donna dalla perdita più grande, quella di un figlio.

Londra – Teheran, 5.491, 2 km. Maryam e Sara, trent’anni circa di differenza e una ferita aperta. Lo zafferano dell’Iran riporta a galla un passato mai dimenticato che Maryam aveva cercato di ignorare, ed è anche il punto di giuntura, la salvezza di un rapporto incrinato, quasi irrecuperabile, messo troppo a dura prova. A volte i figli dimenticano che le madri hanno avuto una vita intensa prima di metterli al mondo. I ricordi che riaffiorano possono fare male, o possono salvare quando sono compresi dagli altri.

Questa è la storia di due donne. Una figlia inglese, una madre iraniana. Ognuna portatrice di un dolore implacabile, dipendente dall’altra, ognuna consapevolmente e disperatamente bisognosa dell’amore dell’altra. Sullo sfondo, l’autunno londinese e le lande di Teheran ricoperte di neve. La storia comincia sul Tamigi, finendo in un santuario di montagna. Questo romanzo toccante è stato efficacemente definito dal The Observer “dolceamaro”, per lo snodarsi di paesaggi geografici e paesaggi dell’anima. È al contempo un esame di coscienza e un percorso terapeutico.

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La cucina color zafferano di Yasmin Crowter

6 libri sul rapporto madre-figlia

La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante

Un’ondata di realismo devastante. I temi del conflitto tra la Napoli bene e la vita nel rione, tra l’apparentemente perfetta vita alto-borghese e la genuinità spudorata di chi se ne frega di sembrare perfetto sono il marchio di fabbrica di questa penna. Una scrittura che, con il suo dissezionare i dettagli, analizzarli per bene e trasferirli su carta con poche, dirette parole, diventa uno schiaffo in faccia a chi scappa dai tabù. Le associazioni tra le parole e le similitudini hanno la magia della poesia, eppure la Ferrante scrive con una prosa così cruda e spudorata da sembrare inconsapevole, e per il lettore è come entrare senza permesso nei pensieri di un’adolescente.

Anche stavolta, come nella saga de L’amica geniale, a parlare è una giovane napoletana, ed è ancora una volta una figlia che ha le sue buone ragioni per repellere i genitori. Ecco perché vi servirà una buona dose di coraggio per affrontare La vita bugiarda degli adulti. Le menzogne dei genitori di Giovanna oscurano, opacizzano la sua vita rendendola ricca di cultura e di perbenismo, ma pesantemente vuota, perché in un appartamento del Vomero abitato da adulti che fuggono dal sottoproletariato e dalla mediocrità, la verità delle pulsioni non può trovare spazio.

Questo romanzo è un manuale di approccio alla vita complicata della donna di questo periodo storico. E alla perenne conflittualità che vive con il proprio corpo, con i propri genitori, polarizzata e spaccata in due dalla tentazione di essere diversa dalla propria madre e la voglia di “smarginare”.

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La vita bugiarda degli adulti, di Elena Ferrante

6 libri sul rapporto madre-figlia

La casa degli spiriti di Isabel Allende

Le vite di Clara, Blanca e Alba, segnatamente madre, figlia e nipote, si sovrappongono in questo storico romanzo famigliare, facendo emergere tre spiriti diversi, ognuno forte a modo suo. Il mutismo volontario di Clara, la resilienza di Blanca, il coraggio eroico e la militanza di Alba sono i tasselli identificativi di grandi figure femminili sprigionate dalla penna di Isabel Allende. La scrittrice, in realtà, fa uscire fuori, quasi involontariamente, anche la forza di una quarta figura: la cognata di Clara, Ferula Trueba, la cui vita si spreca miserabilmente apaticamente insieme a quella di una madre dominante. In un paese spaccato dalla guerra civile, dalla crisi economica, dalle torture che gli autori di un golpe infliggono ai rifugiati, una famiglia finisce per sgretolarsi per l’egoismo del capo-famiglia, prima conservatore, poi vicino ai dittatori. Le umiliazioni perpetrate da Esteban Trueba, proprietario terriero e ricco imprenditore, sui suoi dipendenti, sui figli, sulle serve, verso la fine della sua vita saranno il cappio intorno al collo della nipote, la cui salvezza dipenderà ancora una volta da una figura femminile.

La storia del Cile, di Salvador Allende e di Pablo Neruda, si interseca con quella della famiglia di Esteban. L’ultima dei Trueba, Alba, porta in sé la chiaroveggenza di sua nonna Clara, dalla quale eredita la fermezza, l’irremovibilità, la tenacia, e infine gli scritti, attraverso i quali potrà riportare alla luce la storia della casa degli spiriti. Isabel Allende pensa e scolpisce i suoi personaggi così intensamente da ingenerare in chi legge tristezza e riverenza verso alcuni, oppure infinita pietà per altri.

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La casa degli spiriti, di Isabel Allende

6 libri sul rapporto madre-figlia

1) Figlie di una nuova era
2) È tempo di ricominciare di Carmen Korn

Una duologia che sto aspettando diventi trilogia. Quattro donne, Kathe, Hanne, Ida e Lina per ragioni diverse subiscono le conseguenze del cancro hitleriano: l’odio che perseguita gli ebrei, gli omosessuali e ogni diverso così considerato dai nazisti nella Germania della prima metà del Novecento. Il rischio di perdere la vita, il razzismo in seno alla propria famiglia, la barbarie e la prigionia, le complicazioni che nascono dall’amare uno straniero. Insieme a tutto questo, la vita scorre, nascono i figli, si perdono i genitori, la Germania guarisce. E le quattro amiche sono ancora lì, a ricordarsi quanto è forte chi ricomincia dopo tanto male, e chi c’è perché ha fatto e ricevuto del bene. A volte la vita ripaga così, con gli affetti. In questo contesto ampio e complicato, analizzando i numerosi personaggi oculatamente tratteggiati dalla Korn, si riesce a scovare il più problematico dei rapporti: quello madre-figlia.

Sono due le figure che sgomitano di più nel primo volume: la madre di Ida, materialista e arrivista, e la madre di Hanne, invadente e oppressiva. Entrambe perseguono un’apparenza di perfezione soffocante che, per Ida, diventa la ragione per evitare l’amore della sua vita per 28 anni, per Hanne il motivo di un matrimonio infelice. Ma non è così semplice, le personalità delle due giovani sono dinamiche, si evolvono, maturano, prendono coscienza di una individualità decisa, ma senza mai recidere il cordone che le lega alle madri o al ricordo delle stesse. Per Kathe invece è diverso. Nel secondo volume, sarà lei a vivere con difficoltà l’essere madre, per ragioni ancorate alla guerra, alla sofferenza, all’abbandono e alla paura.

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Figlie di una nuova era e È tempo di ricominciare di Carmen Korn

6 libri sul rapporto madre-figlia

La verità di Amelia di Kimberly McCreight

Una storia che sembra prendere il via dal telegiornale, da un fatto di cronaca terribile che ci spinge a cambiare canale: la morte di una persona troppo giovane. La McCreight scava nella mente di Kate, una donna che sopravvive alla figlia e che, sconvolta e “distratta” dal dolore, cerca di scoprire chi l’ha spinta al suicidio (se di suicidio si tratta).

La ricerca della verità di Amelia è la ricerca della verità di milioni di adolescenti alle prese con la paura di guardarsi dentro. O meglio, con la paura che il proprio dentro rimanga incompreso dal mondo che c’è fuori. E c’è chi non ce la fa. Spesso essere consapevoli della propria omosessualità, così come affrontare l’abbandono del primo amore o di un genitore, può rivelarsi il male di una vita cui non ci si riesce più ad aggrappare. Gli impegni di una vita lavorativa a New York, i drammi personali, le bugie… chiudono gli occhi a Kate, che scopre chi è sua figlia solo quando è troppo tardi.

Sì, questa storia è straziante. Ma allo stesso tempo chi legge non riesce a farne a meno, e gli occhi seguono il ritmo incalzante di un romanzo che ha tutti i requisiti per essere definito investigativo.

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La verità di Amelia di Kimberly McCreight

6 libri sul rapporto madre-figlia

I passi di mia madre di Elena Mearini 

Un romanzo breve che parla con la voce dell’abbandono, lasciando emergere un vuoto che si spande dentro l’anima di una figlia senza più una madre, un vuoto di presenze e di carezze. Un vuoto che occupa lo spazio della vita non vissuta, di attimi non colti, di ricordi mai accumulati e di baci mai dati. 

La morte causa dolore, ma è una certezza che rende gli eventi spiegabili, chiari. 

Della morte ci si fa una ragione. Dell’abbandono, no

Agata è una editor e una scrittrice, abbandonata da una madre quando è ancora bambina. Nei suoi gesti, nelle sue parole, nella scelta degli uomini e persino in ciò che mangia c’è un’angoscia divorante. Sì, divorante. Perché Agata usa parole frettolose, si lascia consumare da amori malati, evita la felicità scansandola perché non riesce a contenerla, si ciba per lo più di caffè e yogurt, di cibo senza zucchero per nuotare ancora di più nella tensione. La fame, dice Agata, ritorna sempre, non manca mai, non può abbandonarti. L’assenza di una madre che una sera esce dalla porta e non ritorna più è troppo ingombrante e non lascia posto alla serenità di una vita di coppia o a una tranquilla uscita con le amiche. Anche suo padre si è ritrovato risucchiato in un vortice di dubbi e tristezza, di interrogativi eterni tenuti vivi dalla speranza.

Alla fine Agata troverà quel pezzo mancante che le restituirà sua madre, o quel che resta di lei. La cosa sorprendente è che Agata giunge a sciogliere i nodi della matassa con un mezzo potentissimo, la scrittura. Questa donna è una sopravvissuta, e come ogni persona che vuole rifugiarsi dalla bruttezza del mondo si rintana nell’arte. Stavolta la scrittura non è solo un antidoto contro la desolazione ma lo strumento preferito dai ricordi per risalire a galla. I ricordi generano storie e quelle storie possono rivelarsi una versione molto vicina alla realtà. 

I passi di mia madre edito da Morellini Editore
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Scritto da Carmela Cordova
Nata a Napoli, ha lasciato tre quarti di cuore sul sedile della carrozza che porta al castello di Neuschwanstein e un altro pezzetto è rimasto sugli scaffali dell’Atlantis Books di Santorini. Divisa tra il diventare avvocato e abbandonarsi alla lettura e scrittura, probabilmente in una vita precedente era  una bibliotecaria.

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