È stato un viaggio interstellare
Fino al centro della vita
Fino al male che fa male
La ricerca più ostinata
Di quel bene esistenziale
Che è cercare di piacersi
E di riuscire a fare in tempo
Io ci sono stato attento
Ho provato a starci attento .[Diventi Inventi – Niccolò Fabi]
Io da sola ci sto benissimo, ma con qualcuno sto meglio. E la differenza non sta nel numero ma nella scelta. Scegliere con chi condividere un pezzo di vita, un pezzo di strada, un pezzo di torta.
Il mio Cammino di Santiago è stato il viaggio che mi ha cambiato.
Ogni passo è stato un viaggio, una parola, una lacrima condivisa.
Ogni risveglio è stato diverso. Ogni emozione, un rinnovato abbraccio a me stessa.
Mi sono abbracciata tante volte lungo quelle giornate. E ogni volta mi sono ritrovata e riscoperta daccapo.
Il Cammino di Santiago: cosa sapere, quali tappe scegliere, perché partire
E queste righe non saranno una vera e propria guida sul Cammino. Di quelle in rete se ne trovano fin troppe. Ma è un racconto e, insieme, un consiglio. Se sentite il bisogno di fare un enorme regalo a voi stessi, questo è il posto giusto per cominciare, e il modo migliore per farlo. Avevo deciso di licenziarmi da un posto di lavoro che amavo la scorsa estate. Amavo le persone che mi circondavano, ma ero infelice.
Così ho dato le dimissioni, ho traslocato, comprato scarpe e zaino. Nel giro di due giorni avevo un biglietto per Porto ( di cui vi ho parlato qui )e in poche ore ho prenotato quello che sarebbe stato il primo ostello del mio cammino.
Cosa portare: lo zaino perfetto per il Cammino di Santiago
Un annoso quesito la fa da protagonista su tutti i forum, i gruppi facebook, i blog e i siti web che parlano della Via di San Giacomo.
La prima cosa da tener presente quando si progetta la partenza, è che non ci si sta approcciando a un “semplice” percorso di trekking. Lo zaino è la tua casa, ma anche il tuo migliore amico. È il guscio di una tartaruga, ma anche la copertina di Linus, nonché il tuo porto sicuro.
Lo zaino sarà premio e allo stesso tempo condanna. Lo maledirai, ma non riusciresti a stare senza. E questo vale al di là di un mero valore pratico per ciò che contiene.
Come scegliere lo zaino perfetto, dunque?
La stagione scelta per la partenza non è un elemento da trascurare. Certamente la primavera e l’estate rappresentano il periodo ideale, ma è da tener presente che partire ad Agosto può alzare il rischio di ritrovarsi in tratti molto affollati (nonché eccessivamente assolati). La capienza ideale dello zaino, misurabile in litri, è di circa 40-60 litri (variabile per uomo o donna), mentre il peso deve aggirarsi tra i 6 e i 10-12 kg massimo. Ma nella scelta è fondamentale il backsystem, ovvero l’insieme di cinghie che caratterizza lo zaino che dovrà adattarsi perfettamente – o quasi – al tuo corpo.
Su Amazon se ne trovano per tutti i gusti e, soprattutto, le recensioni ti saranno molto d’aiuto.

un percorso il meno possibile difficoltoso
Cammino di Santiago, quale percorso scegliere
Perché ho scelto il Cammino Portoghese? Di percorsi della famosa Via di S. Jacob ce ne sono diversi, circa 6-8. Differenti per lunghezza, difficoltà, temperature e anche per “mood”. Il più conosciuto e anche il più affollato, va detto, è naturalmente il Cammino Francese, che parte da un paesino ai piedi dei Pirenei Francesi, Saint-Jean-Pied-de-Port, e conduce a Santiago de Compostela, nella splendida Galicia, dopo un percorso di circa 800 km, non senza aver affrontato gli ultimi 100 km, notoriamente i più affollati e anche pieni di turisti. Ma le scelte possono variare in base al tempo che avete a disposizione, al clima, alla bellezza del tragitto, alla diversa preparazione fisica. Il Cammino Primitivo è notoriamente più difficoltoso mentre, ad esempio, quello del Nord offre dei paesaggi spettacolari.

La mia scelta è andata sul percorso portoghese sia per il numero di giorni che avevo a mia disposizione (circa 20), ma soprattutto per la mia voglia di scoprire il Portogallo, i suoi paesini sull’oceano, la sua gente. Ho deciso di partire da Porto anziché Lisbona, a cui originariamente partirebbe il Cammino, poiché il tragitto tra la Capitale del Portogallo, e la patria del vino famoso in tutta Europa, non era paesaggisticamente molto allettante e soprattutto ancora poco segnalata dalle famose frecce gialle.
E la scelta si è rivelata decisamente azzeccata.

Sulla Via di San Giacomo, l’inizio dell’avventura
Al mio arrivo in ostello a Porto, al Tattva Design Hostel, mi sono accorta di aver perso la carta d’identità, e questo episodio, seppur apparentemente superfluo, ha inevitabilmente cambiato il corso degli eventi. Ho trascorso il mio primo pomeriggio a Porto così, nella disperazione di questa ricerca che fortunatamente ha un lieto fine. Il mio documento è stato infatti ritrovato, ma avevo ormai sprecato troppo tempo che avrei potuto utilizzare per visitare la città e godermi quell’inizio di avventura a pieno.
Così, ho ben deciso di rimandare la partenza a due giorni successivi. Non avevo ancora le idee chiare a proposito delle mie tappe future, poiché il Cammino Portoghese ha ben tre varianti, più un’ulteriore detta Variante Spiritual.

pietra e di acqua. Spettacolare angolo della Galicia sulla Variante spirituale.
Ma è stato proprio quel ritardo non pianificato a decidere per me. Ed era questo il primo regalo del Cammino, portarmi dove non avevo ancora consapevolmente deciso di andare. E così sono partita alla volta della Senda Litoral, il cammino che costeggia l’Oceano, aprendosi ai pellegrini attraverso passerelle di legno sulle vaste distese di sabbia. Ma la bellezza di questo percorso era il suo continuo incrociarsi con paesaggi completamente differenti gli uni dagli altri, da verdi colline a paesini rurali.

In solitudine, ma mai da sola
È bastata una foto pubblicata su Facebook (sul gruppo del Cammino di Santiago di cui faccio parte), per far sì che io e una persona ci unissimo in modo impressionante. Era “solo” Greta, la prima compagna di quello che sarebbe diventato il viaggio più importante della mia vita.
Dopo 48 ore eravamo diventati 4. Dopo 3 giorni 6. Sembravano secoli che camminavano gli uni fianco agli altri eppure tutto era così acerbo, nuovo ma incredibilmente familiare.
Erano Christian, Michela, Nello, Michael, unico australiano in un gruppo di italiani che non si capivano neanche tra loro a volte. Ci perdevamo per ore ognuno chiuso nella sua musica, negli sguardi su paesaggi meravigliosi, per poi scegliere di aspettarci e rincontrarci per guardare insieme i tramonti, cenare alla stessa tavola, dormire gli uni accanto agli altri nei sacchi a pelo.

Ma sapevo che poi sarebbe arrivato il momento temuto. Dopo 250 km e circa 13 giorni, siamo giunti a Santiago De Compostela. Ma Santiago, con le lacrime di commozione e gli abbracci davanti alla cattedrale, si è portato con sé anche gli addii. Ed ecco che ci diciamo che ci rivedremo, che di addio non si tratta. “Eppure chi lo sa. Chissà se senza zaino saremo gli stessi, di che ricordi ci vestiremo.”
Mi facevo questa domanda l’ultimo giorno, abbracciavo i miei compagni di viaggio conosciuti solo poco tempo prima, stringendoli come fossero un pezzo di me da sempre.
E ora, mesi dopo quel saluto, so che avevo ragione. Con o senza zaino, quelle persone sono rimaste nella mia vita.

Anche a distanza.
Attraverso lo scorrere dei mesi.
Ogni giorno era una scelta. Potevo essere sola o meno, non avevo legami o obblighi. E loro sono stati la scelta migliore che potessi fare.
Il cammino ti cambia, e quando chiedo ai miei compagni di viaggio cosa racconterebbero a chi di questo percorso ancora non conosce nulla, la risposta è sempre la stessa: ” se non lo provi non lo sai”. Funziona così e nessuno può farci nulla.

Dopo Santiago. Il Cammino di Finisterre e Muxia
Ultreia è il grido di ogni pellegrino. Oltre, continuare oltre (e verso l’infinito, diranno i fan di Toy Story). E non di rado chi giunge a Santiago, sceglie di continuare. Verso Finisterre, dove anticamente si credeva avesse fine il mondo. Al cosiddetto e tanto ambito Kilometro Zero.

Ho scelto anch’io di andare “oltre”, di giungere dove i pellegrini di un tempo usavano, per celebrare l’arrivo a destinazione, bruciare un indumento (spesso si trattava proprio delle scarpe con cui avevano percorso tanti km), e raccogliere infine una conchiglia sulla spiaggia di Finisterre (divenuta poi proprio il simbolo ufficiale del Cammino).
Ce l’avevo fatta.
Su quelle rive mi sono persa a guardare il mare, che una fine sembrasse non averla. Quella meravigliosa sensazione di libertà mi ricordava, però, anche quanto fosse vicino il ritorno in Italia… ma in compenso sull’aereo è salita una nuova me.
Ed è questo il regalo più grande che mi ha fatto il Cammino: ritrovarmi daccapo, come una Scarola felice.
Scritto da Teresa Malacario
Detta Scarola, napoletana, quasi 32enne. Dice che la sua testa è molto più simile ad un carrello della spesa che a un foglio Excel, viaggia quando può e sogna spesso, e ogni volta ne scrive. La brutta notizia – dice lei – è che stavolta vi tocca pure leggerla!
Leggendo il tuo racconto, ho rivissuti alcuni momenti di cui ho tanto sentito parlare…Non ci sono andata di persona, ma mia mamma e mia sorella hanno fatto il Cammino. Brava! Complimenti!
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Teresa scrive: se tua madre e tu sorella hanno fatto questa magnifica esperienza, non resta che buttarti anche tu! Spero di averti fatto venire voglia di partire con questo articolo, non te ne pentirai 🙂
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Ciao 😊
Ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo trovandomi in assoluto accordo con quanto hai scritto ma soprattutto vissuto😍
Ho fatto anche io quest’anno il Cammino Portoghese partendo da Lisbona e anche se paesaggisticamente da Porto a Santiago è molto più bello, è stato un peccato che tu non abbia iniziato da lì poichè avresti scoperto un altro lato altrettanto affascinante del Portogallo molto autentico e completamente lontano dal turismo😉
Quanto al Cammino francese hai ragione sull’affollamento che purtroppo ormai lo caratterizza … dal punto di vista paesaggistico mi è rimasta nel cuore la verde Navarra❤
E’stato un piacere rivivere i miei Cammini attraverso le tue parole e le tue emozioni molto molto simili a quelle che ho provato anche io😁
Buona giornata 🌷
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Grazie per questa bella risposta ❤
Teresa scrive: Effettivamente i pareri sul tragitto Lisbona-Porto sono discordanti, ma grazie del consiglio! A questo punto mi toccherà partire di nuovo per scoprire anche quei luoghi. Sono felice che le mie emozioni siano diventate un po' anche tue con queste parole ❤
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