Favignana, l’isola che non c’è

Peter: Vieni con me!

Wendy: Io…non so volare!

Peter: Te lo insegno io e ti insegno anche a cavalcare i venti!

Il nostro viaggio a Favignana, inizia due anni fa. Eravamo in Sicilia per le vacanze estive e un giorno, un po’ per caso, ci imbattiamo nella più grande delle isole Egadi, famosa per la sua caratteristica forma a farfalla.

Per noi, è stato amore a prima vista. Il centro storico piccolo e caratteristico, le strade immerse nel nulla, i colori del mare e del cielo, il vento, che fa muovere le nuvole veloci, si sono andati a ficcare in un posto non precisato, tra testa e cuore. Ogni tanto bussavano sul cuore, ogni tanto rimbombavano in testa.

Appena ne abbiamo avuto l’occasione, non abbiamo avuto dubbi sulla nostra meta (in realtà sono stata io a organizzare alle spalle del mio ignaro fidanzato che pensava, per il suo compleanno, di andare a visitare una capitale europea).

L’isola è definita la grande farfalla sul mare per la sua caratteristica forma: le due grandi ali spiegate sono divise dal colle di Santa Caterina. Favignana è il capoluogo e l’isola maggiore dell’arcipelago delle Egadi. Il nome attuale di Favignana risale al Medioevo e deriverebbe dal nome del vento Favonio proveniente da Ovest. L’isola dista da Trapani 9 miglia, è lunga 9 km e larga 4 km. Attualmente l’isola di Favignana conta poco meno di 3500 residenti. Il comune di Favignana (comprendente le isole dell’arcipelago) conta invece circa 4300 abitanti.

Chi va a Favignana capisce sin da subito tre cose;

la prima è che gli isolani parlano sempre di tufo, di tonno e di vento, impossibile non farci caso. Ogni tanto, fuori dalla pescheria, appare il cartello scritto a mano, OGGI TONNO ROSSO ed è sicuro che sia fresco. Il vento accompagna le giornate stropicciando i vestiti e scompigliando i capelli e ovunque si possono vedere cave di tufo, con cui poi si costruiscono la maggior parte delle case.

La seconda cosa è che di notte il vento soffia fortissimo, che sia scirocco o maestrale, i temporali sono più violenti e le stelle sono più luminose. L’isola di notte è avvolta nell’oscurità, perché sono poche le strade illuminate, principalmente nel centro del paese: è come trovarsi in mare aperto.

La terza cosa è che qui è la natura a scandire la vita delle persone, e non viceversa.

Il nostro viaggio inizia da Torino. Decidiamo di andare all’aeroporto, non con il solito pullman, ma con il servizio di Car Sharing, che abbiamo già usato altre volte a Torino e in altre città. In meno di mezz’ora siamo arrivati, parcheggiamo la macchina nell’apposito posteggio* ed entriamo all’aeroporto di Caselle. Il nostro volo di linea low cost mi rende molto fiera, perché con meno di 80 euro ( precisamente 76 euro e qualche centesimo) andiamo e torniamo in due. Arrivati a Trapani Birgi, un pullman ci porta fino al Porto e da lì prendiamo l’aliscafo di Ustica Lines che, in circa venti minuti, ci recapita a Favignana felici e contenti [per arrivare a Favignana felici e contenti è necessario viaggiare con bagagli limitati, molto leggeri e poco ingombranti]. Per la sistemazione di solito ci affidiamo a Airbnb, ma questa volta trovo una soluzione molto conveniente con Booking: tante piccole casette autonome, per stare in pace e avere la possibilità di mangiare anche a casa.

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Gli indispensabili

Il giorno dell’arrivo andiamo in giro per capire più o meno il costo del noleggio di scooter e biciclette**, ma essendo appena arrivati, decidiamo di sondare inizialmente il territorio a piedi. Camminando camminando e camminando per le cave di tufo, sbagliando strada più volte (perché in realtà non era così lontana), arriviamo in uno dei posti, che sin da subito, è diventato uno dei miei luoghi del cuore: Cala Rossa.

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Cala Rossa, sullo sfondo l’Isola di Levanzo
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Cala Rossa, uno dei miei posti del cuore
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Veduta dell’Isola di Levanzo
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Cala Rossa

Cala Rossa è conosciuta come una delle più belle cale a Favignana; non a caso, ha vinto anche numerosi riconoscimenti. E’ una delle mete più gettonate per gli straordinari colori dell’acqua ( le foto sono senza filtri e ritocchi!) e per la particolarità di trovarsi totalmente immersi in una zona di cave di tufo, alcuni dei quali sono stati allestiti tipo “case in campagna”. Inizialmente si pensava che fossero state combattute proprio qui le guerre puniche tra romani e cartaginesi, motivo per il quale venne data a questa cala il nome rossa, per il sangue che inondò le sue acque. In realtà, successivamente si scoprì che la battaglia fu combattuta nella vicina isola di Levanzo, precisamente a Capo Grosso.

E per festeggiare l’arrivo in Sicilia, come potevamo ripagarci dalle fatiche del viaggio se non con un bel cannolo?

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Ricerche scientifiche dimostrano che un cannolo al giorno provoca allegria e buonumore.

 * Il costo del posteggio è di 5 euro. In tutto abbiamo pagato circa 12 euro.

**Il costo degli scooter era intorno ai 15/20 euro giornalieri e le bici intorno ai 4/5 euro. In linea di massima se tenete i mezzi per più giorni, il prezzo giornaliero si abbassa.