L’uomo racconta il mondo da che esiste, in ogni forma e condizionamento che la società, le forze dominanti, le guerre, i disastri e l’evoluzione gli hanno imposto. Quel mondo terreno, così ben raggiungibile con gli occhi, è sempre, magnificamente, rappresentato in un modo multiforme, inesorabilmente vario. La scrittura è questo: linguaggio che parte da quello che gli occhi vedono e le orecchie sentono per creare quanto di più personale e intimo l’animo umano ha percepito. La prima difficoltà è riuscire ad adeguare la scrittura a quello che si vuole dire, la seconda è trovare un modo potente per farlo. Ho raccolto, in questo articolo, cinque libri utili per togliere la pigrizia dal pensiero e ogni banalità dalla scrittura.
Nessuno nasce con una capacità di scrittura impressionante. Di solito, al talento si affiancano l’allenamento, l’affinamento, l’esercizio, una gara con sé stessi per migliorarsi sempre. Non basta avere qualcosa da dire, ma è importante che le parole, messe in fila in maniera apparentemente casuale, siano musica per le orecchie. No, non è facile. Qualcuno dice che per scrivere bene, per esempio, un romanzo, occorre avere argomenti nuovi e forti, mai proposti prima. C’è chi, invece, dice che non bisogna discostarsi dal vecchio per creare il nuovo. Tolstoy, Austen, Dickens. Bisogna assorbire tutto il buono che hanno prodotto e modellarlo, ricucirlo sul mondo attuale. E solo dopo, andrà a limarsi la scrittura, sempre più personale, più soggettiva ed esclusiva.

Recenti primi posti in classifica, come Stoner (scritto da John Williams nel ’65, ma solo oggi best seller) e la saga de L’amica geniale della Ferrante dimostrano che non sempre conta sorprendere con una storia mirabolante.
Spesso, sono la furia e l’irruenza della scrittura il segreto di un libro straordinario.
L’arte di scrivere in cinque libri
Lezioni americane di Italo Calvino
Sono cinque più una (quella nell’appendice sull’incipit e la fine di un racconto) le lezioni che Calvino tenne ad Harvard il 6 giugno 1984. La grandezza di questi insegnamenti sta nella presa di coscienza di Calvino dei propri limiti, della necessità di esplorare il linguaggio e di studiarne le declinazioni, le combinazioni più assurde e belle. È dallo studio infinito e profondo di chi l’ha preceduto che parla di Leggerezza, leggerezza dei mezzi linguistici, volatili, soffici, parole rarefatte che condizionano la percezione dell’oggetto del narrato. Calvino analizza la Rapidità, la rapidità delle concatenazioni, degli effetti, del ritmo, e quindi la capacità di indovinare la continuità e la discontinuità. Poi, l’Esattezza, la più difficile delle operazioni di uno scrittore, l’esattezza figlia dell’osservazione del pulviscolare nell’indeterminato, capacità di essere essenziali senza essere ridondanti, di essere descrittivi senza fare rumore, e senza tralasciare le minuzie. La Visibilità, condensazione del mondo, interiorizzazione del contingente e trasformazione attraverso l’immaginazione letteraria. Infine, la Molteplicità, la molteplicità delle teorie, dei pensieri, delle mode, delle menti, in una parola, della complessità.
Attraverso Dante, Gadda, Kafka, Cavalcanti, Leopardi, Proust e altri, Calvino racconta le sue difficoltà e i suoi, personali esercizi di scrittura per allenare alcune specificità del processo creativo.

L’arte di scrivere in cinque libri
Oceano mare di Alessandro Baricco
A renderlo un capolavoro è la combinazione di registri stilistici utilizzati per descrivere ogni personaggio e ogni emozione. Ma è speciale, perché ogni personaggio, destinato a incontrare gli altri a due passi dal mare, è portatore di una particolare forma di dedizione all’astrazione. La creatività, nella sua forma più pura e irraggiungibile dai più.
C’è un professore che si interroga sulla fine del mare, sui punti in cui le onde si arrestano lasciandosi accavallare da altre onde, un uomo profondo che scrive lettere d’amore all’amore della sua vita che non conosce ancora, ma sa che c’è, lì fuori, da qualche parte. C’è un pittore che dipinge a riva con l’acqua del mare, tutti i giorni, finché non viene raggiunto dall’alta marea. E c’è una ragazza che aspetta di essere curata dall’infinità del mare. Voi, nel frattempo, sentirete il soffio del vento sulla spiaggia e le onde del mare che prendono la rincorsa da lontano fino a rallentare e fermarsi, e cominciare da capo. Tutto questo è semplicemente bellissimo.

L’arte di scrivere in cinque libri
Che tu sia per me il coltello di David Grossman
Un atipico racconto dell’amore epistolare, nato da un gesto impercettibile di una donna in mezzo a un gruppo di persone, e dalla delicatezza dell’animo di un uomo sensibile alle piccole cose. Questa è una storia che va letta per imparare a osservare, a scivolare nella conoscenza dell’altro senza invaderlo e, tuttavia, con grande attenzione a tutto quanto è diverso e lontano da noi.
Lo si può considerare un modo per allenare l’immaginazione, e per migliorare l’introspezione, lo scavo che va necessariamente fatto nelle paure dei personaggi.

L’arte di scrivere in cinque libri
Romeo e Giulietta di William Shakespeare
Il dramma attraverso la modulazione che Calvino descrive come lirica ed esistenziale. La capacità di rendere impalpabile una parola e anche di quello che quella parola descrive; la forza di un suono, di un verso, di un’intera pagina che trasforma un fatto in qualcosa di emblematico per sempre.
Al di là della storia e dell’ambientazione, che rendono la lettura ancora più commovente ed eterna, Romeo e Giulietta è la rappresentazione della gravosità, della disgrazia, di un amore pesante oltre che impossibile, con parole agili, danzanti, fluttuanti che rendono, sul palco di un teatro, armoniosa la tragedia. Una lettura che va fatta ad alta voce, e necessariamente in inglese con il testo a fronte. Solo così potrete giovare della musicalità perfetta delle opere di Shakespeare.

L’arte di scrivere in cinque libri
Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
Una fortunata scoperta di Pavese, che va comprata e inserita in un angolo di casa per averla a portata di mano, sempre. Ogni tanto, aprite l’Antologia e leggete una poesia. Sì, è una raccolta di poesie, ma unica nel suo genere. Ogni poesia è un epitaffio, un breve, singolare racconto in versi di quanto chi giace sotto quella frase ha vissuto e ha sbagliato.
I morti di Spoon River parlano, si tormentano, si pentono, si vergognano e muovono accuse, perché, ormai, da morti, possono spiattellare tutti i segreti che vogliono. E queste poesie si intrecciano, fino a raccontare diciannove storie che hanno per protagonisti gli abitanti, morti, di un piccolo paesino americano. Contadini, farmacisti, giudici diventano tutti irriverenti, e bisbigliano i desideri e gli attimi più importanti delle loro esistenze, fino a completare tutte le storie.

Scritto da Carmela Cordova
Nata a Napoli, ha lasciato tre quarti di cuore sul sedile della carrozza che porta al castello di Neuschwanstein e un altro pezzetto è rimasto sugli scaffali dell’Atlantis Books di Santorini. Divisa tra il diventare avvocato e abbandonarsi alla lettura e scrittura, probabilmente in una vita precedente era una bibliotecaria.