La coppia di zii di cui già vi ho parlato, un Santuario che è patrimonio non solo del biellese, ma anche dell’UNESCO e quindi di tutta l’Umanità, un tipico piatto di polenta concia – come vuole la tradizione – e una tappa al borgo Ricetto di Candelo, entrato da poco nella rosa di borghi più belli d’Italia, ma non ancora preso d’assalto dai turisti. Il racconto di una domenica invernale perfetta. Sbucati dal plaid, spente le serie TV e vestiti siamo pronti per partire, per visitare Oropa, una giornata al Santuario Patrimonio Unesco e tappa a Ricetto di Candelo.
Tappa al Ricetto di Candelo: borgo d’Italia non ancora apprezzato
Per niente turistico, il più delle volte sconosciuto anche a chi abita a una manciata di chilometri, il borgo Ricetto di Candelo è il nucleo fortificato più affascinante della Penisola. E non lo dico io, ma Touring Club. Forse perché è uno dei più intatti del Piemonte, forse perché è frutto di una fortificazione collettiva, costruita per volontà della popolazione candelese a cavallo tra XIII e XIV secolo.

Cosa significa ricetto? Rifugio, ricovero e infatti la sua costruzione nasce per ospitare le famiglie più povere, le merci e i viveri che dovevano essere ritirati per l’inverno e protette, perché erano i beni più preziosi della comunità: soprattutto vino e granaglie, custodite nei silos.

Inizialmente venne costruito su un terreno di proprietà dei Vialardi, i signori locali, per un censo di 21 ducati. Successivamente venne riscattato, diventando proprietà della comunità. Tutto circondato da mura e a pianta pseudo-pentagonale, ha una larghezza di 110 metri e una lunghezza di 120 metri. Agli angoli del ricetto potrete osservare le quattro torri rotonde, che originariamente erano aperte verso i lati interni per facilitare le operazioni di difesa della popolazione. Il palazzo più importante è quello del principe, fatto costruire da Sebastiano Ferrero nel 1496.

Conta circa 200 unità, mai abitate dalla popolazione in pianta stabile, al massimo come rifugio temporaneo. Oggi le cellule sono tutte di proprietà privata, alcune usate come ristoranti e trattorie, altre convertite a piccoli laboratori artigianali. Grazie alla sua atmosfera particolare e rustica, il Ricetto ha richiamato tantissimi artisti che hanno fatto delle cantine i loro atelier e molte serie televisive e programmi sono stati ambientati proprio qui.
Non ci sono mai stata ma mi hanno detto che Candelo in fiore a cavallo tra fine Aprile e inizio Maggio, è davvero splendida!Cercherò di non perderla questa primavera.
Visitare Oropa: Una giornata al Santuario Patrimonio UNESCO
A oltre 1.000 metri di altitudine e a circa 10 chilometri da Biella, stretto dalle montagne quasi sempre imbiancate, sorge il Santuario di Oropa, santuario mariano dedicato alla Madonna Nera. Secondo la tradizione il Santuario venne fondato da Sant’Eusebio nel 1300, che pare abbia anche diffuso il Cristianesimo proprio nella zona del biellese.

È della prima metà del Trecento anche la statua gotica della Madonna Nera che si venera nel Santuario, incoronata solennemente nel 1620. Alla Madonna sono attribuiti diversi miracoli, come quello di aver protetto la città di Biella dall’epidemia di peste del Seicento. Motivo per cui Oropa divenne luogo di pellegrinaggio e tantissimi fedeli iniziarono a raggiungerla; questo spinse moltissime famiglie, già a partire dal 1400, a costruire case private per ospitare i pellegrini e quindi a popolare la zona.

Ma alla Madonna Nera sono attribuite anche diverse credenze-miracoli, come quella di non avere mai la polvere che si posa sulla statua e quella di non essere, nonostante il tempo trascorso, danneggiata e logorata.

Visitare Oropa: dove e cosa mangiare
Cosa mangiare? Non ci sono dubbi: la polenta concia biellese di Oropa, un tripudio sinfonico di cremosa farina di mais, toma di Oropa, maccagno e burro fuso. Servita in una grande pentola, è da prendere rigorosamente con il mestolo perché ha una consistenza molto liquida e da mangiare con il cucchiaio!

Ma dove mangiare? Proprio nei pressi del Santurario di Oropa, ci sono numerose trattorie e ristorantini in cui mangiare. Il mio consiglio è di prenotare prima o di entrare e prenotare direttamente lì, prima di fare la visita di tutto il comprensorio. Soprattutto di domenica, potreste trovare molte persone in coda! Specialità solo invernale? Assolutamente no, la polenta concia si mangia tutto l’anno.
Noi abbiamo mangiato alla Trattoria Latteria e ve lo consiglio spassionatamente: cibo piemontese ottimo, dall’antipasto al dolce, prezzo adeguato alle quantità e alla qualità, è la tipica trattoria piemontese, dove si mangia bene senza tante smancerie.
