Mi chiamo Giovanna, ho 25 anni e sono nata in un piccolo paesino della Valsugana, in Trentino Alto-Adige. Ho da poco terminato il mio percorso di studi in Traduzione Specializzata e, forse proprio per il mio amore nei confronti delle lingue e delle culture straniere, adoro viaggiare e conoscere persone e luoghi diversi da quelli che sono abituata a vedere vicino a me. Sono una ragazza piuttosto calma, talvolta pigra e, in alcune occasioni, un po’ paurosa. Quando viaggio, però, mi trasformo: mi sembra di non avere più paura di niente, di avere talmente tante energie da poter camminare per chilometri e chilometri e sono sempre pronta a chiacchierare e stringere amicizia con persone sconosciute! Tra le altre mie passioni c’è sicuramente la lettura: fin da quando ero piccola sono sempre stata un’accanita lettrice e in un mese ero capace di divorare decine e decine di libri! Dopo aver viaggiato con la fantasia grazie alla lettura oppure accompagnata dalla mia famiglia o dai professori della mia scuola, sono finalmente partita senza genitori, e il primo viaggio che mi ha stregata e mi ha fatta ammalare di “wanderlustite” è stato il mese che ho trascorso tra il Perù e la Bolivia insieme a un’amica.
1 – Il tuo primo viaggio da backpacker è stato tra Perù e Bolivia con un’amica. Perché lo ritieni un viaggio (un po’) più speciale di altri?
Il viaggio che ho fatto nel 2015 tra il Perù e la Bolivia è nato come regalo da parte dei miei genitori per la laurea triennale ed è uno dei ricordi più vividi e belli che ho. Ha un posto speciale nel mio cuore, probabilmente proprio perché è stato il mio primo viaggio da backpacker, in continuo spostamento e senza genitori, con poca organizzazione pre-partenza e tanto desiderio di avventura. L’adrenalina all’idea di trovarmi in un Paese così lontano e diverso in compagnia di una delle mie migliori amiche, con qualche tappa già pronta e prenotata e tante altre invece totalmente libere e da affrontare lì, sul momento; l’energia dovuta alle mille cose da fare e da vedere, la meraviglia di fronte ai paesaggi più incredibili mai visti fino a quel momento, la gioia nel riuscire a conoscere e comunicare con la gente del posto in una lingua che amo… Tutte queste emozioni e sensazioni erano totalmente nuove per me (anche se le ho poi ritrovate nei viaggi seguenti) e credo sia stato proprio questo spirito di novità e scoperta a rendere il viaggio unico.

2 – Parlando del tuo viaggio, quanto è durato? Come avete viaggiato? Quali sono i luoghi che avete visitato?
Abbiamo trascorso quasi un mese tra il Perù e la Bolivia, due settimane abbondanti nel primo Paese e una settimana nel secondo. È stato un viaggio in puro stile backpacker, con lo zaino in spalla e la volontà (e necessità, visto che il regalo aveva giustamente un budget prestabilito e non modificabile!) di spendere il meno possibile. Dopo aver raggiunto Lima in aereo partendo da Milano Malpensa, ci siamo spostate esclusivamente in autobus e taxi condivisi, sfruttando gli autobus notturni, che abbiamo trovato molto confortevoli ed economici, per le tratte a lunga percorrenza. L’itinerario circolare prevedeva partenza e arrivo nella capitale peruviana, Lima, a cui abbiamo aggiunto queste tappe: Paracas e le isole Ballestas, Ica e l’oasi di Huacachina, Arequipa, la Valle del Colca con la visita della Cruz del Condor, Puno e le isole Uros e Taquile; a questo punto ci siamo trasferite, sempre via bus, in Bolivia, oltrepassando la frontiera a piedi. Dopo aver visitato Copacabana e aver trascorso una notte a Isla del Sol, un luogo davvero magico, siamo passate per La Paz prima di partecipare a un tour di tre giorni nel deserto di sale più famoso al mondo, il Salar de Uyuni, tra distese cristalline luccicanti, oasi ricoperte di cactus, lagune dai colori indimenticabili e distese sabbiose infinite. A questo punto siamo tornate in Perù, dove abbiamo scoperto Cuzco, visitato Machu Picchu e trascorso qualche giorno nella Reserva Nacional de Manu, alla scoperta dell’Amazzonia peruviana: una meta meno conosciuta e, forse per questo, un’incredibile scoperta. Sono state settimane sicuramente stancanti, visto che non ci siamo fermate nemmeno un secondo, ma le emozioni vissute in quel periodo hanno ripagato da tutta la fatica!

3 – Qual è il luogo che in assoluto ti ha lasciato e ti ha dato di più? E invece, quali sono state, se ci sono state, le difficoltà incontrate durante il viaggio?
Posso sceglierne soltanto uno? Ne avrei quattro: il Salar de Uyuni mi ha stregata per i colori, per la varietà di paesaggi e per l’unicità creata dalla natura in questo luogo meraviglioso;

la Reserva Nacional de Manu mi ha colpita per la sua natura incontaminata, l’ecosistema interessante e, soprattutto, perché abbiamo avuto la fortuna di dormire in una vera casetta su un albero, senza pareti e protezioni, cullate dai suoni della foresta e dei suoi animali;

Isla del Sol è stato un momento di pace e tranquillità a metà del viaggio, che ci ha permesso di ricaricare le batterie in un luogo privo di turisti e che ci ha regalato uno dei più bei tramonti boliviani.
Tra tutto, però, sceglierei forse Machu Picchu, non per la notorietà del luogo, e per il fatto che è una delle sette meraviglie del mondo, ma piuttosto per il percorso che abbiamo fatto per raggiungerlo. Io e la mia amica ci siamo spostate da Cuzco ad Aguas Calientes, il paesino di partenza situato sotto Machu Picchu, in totale autonomia, cercando di risparmiare il più possibile sugli spostamenti e sul pernottamento e ottenendo in cambio due giornate ricche di scoperte ed emozioni amplificate. Abbiamo preso un autobus di linea fino a Santa Maria, assieme esclusivamente a peruviani, un gattino e qualche gallina (eravamo le uniche straniere!), qualche taxi condiviso e abbiamo camminato per quasi 40 km… Una faticaccia! Ma la soddisfazione di arrivare all’ingresso di Machu Picchu all’alba, percorrendo l’ultimo tratto del sentiero percorso dagli inca secoli e secoli fa, è stato impagabile e ha reso la visita di Machu Picchu ancora più incredibile.

4 – Prima di essere una viaggiatrice, sei stata un’accanita lettrice. Quali sono i tuoi libri di viaggio del cuore?
È vero, amo leggere, anche se in questo periodo ho davvero poco tempo per dedicarmi a questa mia passione. Da piccola, grazie ai libri, mi sembrava di poter viaggiare ovunque, nel tempo e nello spazio, e nel giro di due giorni passavo dall’Amazzonia di un libro d’avventura per bambini alla Firenze rinascimentale di un romanzo storico. Crescendo, ho iniziato ad apprezzare sempre di più la letteratura di viaggio. Il primo libro di viaggio che ricordo di aver letto è In viaggio con Erodoto, di Ryszard Kapuscinski, scoperto grazie alla mia professoressa di greco al liceo, che mi ha portato a scoprire i retroscena dei suoi viaggi in Asia e Africa, con riferimenti alla sua vita privata e ad avvenimenti storici. Ho poi adorato Nelle terre estreme, di Jon Krakauer, che mi ha fatto venire tanta voglia di provare, un giorno, a viaggiare da sola, e Sulla strada, di Jack Kerouac, che mi ha fatta letteralmente innamorare degli Stati Uniti. In generale, comunque, quando organizzo un viaggio cerco sempre di leggere qualche libro che sia ambientato nel Paese che andrò a visitare: prima di partire per il Sud Est Asiatico ho letto Un indovino mi disse, di Terzani, mentre quando mi trovavo sulle spiagge di Bali mi sono rilassata con Mangia, prega, ama di Elizabeth Gilbert, sicuramente leggero, ma adatto alle ore passate in spiaggia sotto il sole!

Grazie Elisa per quest’intervista, mi sono divertita un sacco e mi hai permesso di viaggiare di nuovo in quelle terre splendide (anche se questa volta soltanto con la mente!) 😍 A presto! 😊
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Grazie a te Giovanna, per avermi dedicato un po’ del tuo tempo a rispondere alle domande e averci fatto viaggiare con te ❤
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