In un delizioso villaggio in pietra immerso nelle verdeggianti campagne francesi c’è una piccola casa rosa immersa tra i fiori. Poco più in là un grande stagno dove riposano le ninfee, fa capolino un ponticello verde smeraldo circondato da salici piangenti che si riflette nelle acque, poco più in là ancora un ponte ricoperto di glicine che conduce in una foresta di bambù. No, non state sognando! Questo piccolo angolo di paradiso esiste veramente, è la Fondazione Claude Monet di Giverny: qui il padre dell’impressionismo ha vissuto e ha dipinto alcune delle tele più celebri.
Visita alla casa e giardini di Claude Monet
Tutti conosciamo Claude Monet come un grande pittore, ma in pochi forse sanno che era un grande appassionato di botanica e giardinaggio. È per questo che all’età di 43 anni, nel 1883, decise di trasferirsi con la sua compagna e i loro figli in campagna.
Incantato dalla bellezza del paesaggio circostante scelse Giverny, questo piccolo villaggio in Normandia, e qui acquistò il Clos Normand, una grande casa con giardino, dando vita alla sua casa-atelier. Il pittore trasformerà questa proprietà di campagna in un vero e proprio capolavoro floreale di rara bellezza.
La casa rosa di Monet
La grande casa di campagna con l’arrivo di Monet si trasformò fin da subito, come se fosse uscita da una tavolozza di colore, rosa e verde smeraldo all’esterno, azzurra e gialla all’interno. Doveva essere una casa viva, con otto bambini che scorrazzavano qua e là, tra stanze e giardini, e gli amici pittori che qui venivano spesso in visita.
Al pianterreno si trovano la ricostruzione fedele del primo atelier dell’artista, dove lavorò fino al 1899 e dove si respira l’atmosfera del tempo. Un piccolo salottino di lettura azzurro affacciato sul giardino. La bellissima sala da pranzo gialla, dove all’interno delle vetrine sono messi in mostra i servizi di porcellana fatti commissionare dal pittore per i giorni di festa e alle pareti sono esposte le copie delle collezioni di stampe giapponesi del pittore.


Monet era innamorato dell’arte giapponese e aveva collezionato più di duecento stampe giapponesi, tra le più famose quelle di Utamaro, Hokusai e Hiroshige, oggi le originali sono esposti al Musée Marmottan Monet a Parigi. Infine la grande cucina blu, completamente ricoperta dalle splendide ceramiche azzurre di Rouen.
Al primo piano si può curiosare tra gli appartamenti privati della casa. Si incontra la camera da letto e la toilette del pittore, la camera da letto di Alice, la compagna, che si affaccia su una piccola stanza-laboratorio utilizzata per cucire e ricamare. Infine si può curiosare nella camera da letto di Blanche Hoschedé-Monet, una pittrice francese, che fu figliastra e nuora di Monet e che visse qui fino alla sua morte nel 1947.
Inoltre, accanto alla casa è presente un grande edificio l’Atelier des Nympheas, dove oggi è ospitato lo shop della fondazione, dove un tempo l’artista lavorava ai suoi dipinti.
I giardini di Monet
Davanti alla casa era presente un orto che venne subito trasformato in giardino dal nuovo padrone di casa. La passione per la botanica di Monet lo portò a seminare in giardino numerose specie di fiori con fioriture nei diversi periodi dell’anno, facendo sì che il giardino cambiasse aspetto e colore di stagione in stagione. E fu così che le Clos Normand divenne una perenne fonte di ispirazione per la sua arte! Il giardino ancora oggi viene coltivato in questo modo e passeggiando tra le sue aiuole, che appaiono perfettamente disorganizzate, verrete inondati da un vero e proprio tripudio di colore.



Nel 1893 Monet decise di ampliare il suo giardino acquistando un appezzamento di terreno più in basso rispetto alla sua abitazione, oltre a un binario ferroviario. Qui diede vita al Jardin d’Eau, creando un vero e proprio bacino circondato da salici piangenti, da un bosco di bambù e dove iniziò a coltivare, personalmente, una nuova varietà di ninfee bianche, presentate nel 1889 all’Esposizione Universale. Il suo amore per il Giappone lo spinse ad aggiungere al suo bacino un ponte giapponese, che rese celebre grazie alla sua serie di opere delle Ninfee, les Nymphéas.

La Fondazione Claude Monet
La Fondazione Claude Monet è stata istituita nel 1966 da Michel Monet, nipote dell’artista, e ha il compito di preservare ed aprire al pubblico la casa ed i giardini di Claude Monet a Giverny. Inoltre, la casa ed i giardini di Monet sono stati dichiarati monumento storico, rispettivamente nel 1952 e nel 1979.
Informazioni utili per la visita
La Fondazione Claude Monet si trova in Normandia a Giverny, un piccolo paese ad un’ora dal centro di Parigi.
La casa ed il giardino di Monet sono aperti tutti i giorni dal 1 aprile al 1 novembre, dalle 9.30 alle 18.00, l’ultimo ingresso è alle 17.30.
La visita si può fare in autonomia e la durata è di circa un’ora. La fondazione è tra le mete più turistiche della Normandia, in estate e nei weekend può essere molto affollata. Personalmente nei periodi di alta stagione consiglio, se possibile, di evitare la visita le ore centrali del giorno e prediligere le prime ore del mattino o il tardo pomeriggio.
Il costo del biglietto per la Fondazione Claude Monet è di 11€ per gli adulti, 6,50€ per i bambini tra i 17 e i 7 anni ed è gratuito per i bambini fino ai 6 anni. Inoltre, è disponibile un biglietto cumulativo al costo di 21€ che include l’ingresso alla fondazione e al Museo degli impressionisti di Giverny.
È possibile saltare le code in biglietteria e acquistare i biglietti in anticipo, può essere un’ottima se la visitate nei weekend d’estate.
La casa di Monet a Giverny è raggiungibile in auto, sono disponibili numerosi parcheggi gratuiti alle porte del villaggio. Inoltre è possibile arrivare alla Fondazione Claude Monet in treno da Parigi, dalla stazione Gare St. Lazare a Vernon, il viaggio dura 45 minuti. Alla stazione di Vernon è disponibile una navetta diretta, al costo di 10€ a/r, che parte 15 minuti dopo l’arrivo del treno.

Scritto da Ezia Peano
Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.

