Un sogno fatto di un castello in cui passare i mesi estivi in villeggiatura, circondandosi degli amici, un parco da vivere, in cui ricevere le persone, refrigerarsi nel laghetto, godersi il panorama sulla valle e su Busca. Il sogno, diventato realtà all’inizio dell’Ottocento, dei coniugi Taparelli d’Azeglio.
Il Castello del Roccolo di Busca non può che farci tornare ai ricordi d’infanzia, quelli in cui sognavamo di vivere in un castello, in cui immaginavamo principesse impaurite e cavalieri coraggiosi che sguainano la spada. Non può che farci incuriosire e pensare come dovesse essere vivere lì, quante persone celebri hanno passeggiato in quello stesso parco, quante sono entrate nella Cappella per pregare, quante tra quel lussureggiante parco si sono anche solo fermate a meditare. È imperdibile una visita al Castello del Roccolo di Busca e parco, è vicino a Cuneo, a meno di un’ora da Torino.
Visita Castello del Roccolo di Busca : come raggiungerlo
Il Castello del Roccolo si trova a Busca, in provincia di Cuneo, a circa un’ora di auto da Torino e a circa venti minuti di auto da Cuneo. La macchina è il mezzo più comodo per raggiungere il Castello, e mi viene anche da dire l’unico. L’ultimo tratto di strada è sterrato e poi sotto, all’ingresso del Castello, è presente un piccolo parcheggio a disposizione dei visitatori.
Visita Castello del Roccolo di Busca : la sua storia
Il Castello del Roccolo di Busca e il parco che lo circonda venne costruito, agli inizi dell’Ottocento, per volere dei Marchesi Taparelli d’Azeglio, Roberto Taparelli d’Azeglio e Costanza Alfieri di Sostegno. Se vi state chiedendo se ci sia qualche legame di parentela con il più celebre Massimo d’Azeglio, sì: Roberto Taparelli era suo fratello. I due coniugi iniziano dei grandi lavori di ristrutturazione, dal 1832, che dureranno una trentina di anni.
Il Castello è autenticamente in stile neogotico, stile che nell’Ottocento era molto di moda, uno stile romantico che arriva dall’Inghilterra, eclettico e fantasioso, che si discosta nettamente dal classicismo, fatto di ghirigori, archi, decorazioni.

La parte nuova si discosta molto dal Castello e si rifà al Medioevo, uno stile molto più semplice perché era l’area adibita agli attrezzi agricoli e alle stalle per gli animali.
Particolare è la torre a pianta quadrata da cui si poteva vedere tutta la collina buschese e la pianura, che viene abbellita da trifole con capitelli in stucco e figure del mondo vegetale. Torre da cui pare proprio che sia legata una leggenda, ma portate pazienza, vi svelo di più tra poco.

Inizialmente il Castello era su un unico piano, successivamente viene alzato di un piano. Così, essendoci le cucine al pian terreno e la sala da pranzo al primo piano, nella torre viene inserito un montacarichi con un contrappeso.
Roberto Taparelli d’Azeglio amava molto lo stile arabo, soprattutto per i numerosi viaggi che fece in Europa e dai quali venne architettonicamente influenzato. Il cotto viene usato come motivo decorativo con figure del mondo vegetale, le finestre colorate sono originali e tipiche dello stile neogotico con vetrate rosse, verdi, blu, gialle che creavano un motivo di luce a forte impatto quando c’era il sole. Altri elementi distintivi del castello sono gli archi moreschi, le decorazioni floreali, i soffitti dipinti con la tecnica del trompe-l’oeil e decorazioni di stucco bianco.

Il colore del castello, che ora vediamo color albicocca, in realtà in origine era rosso e bianco, colori cari allo stile neogotico, così come le righe, altra caratteristica stilistica cara al neogotico.

L’ingresso del Castello è imponente e fiabesco: con una grande porta di legno intagliato a cui, solo successivamente, è stata aggiunta una porta di ferro interna in stile Liberty che riprende le decorazioni della prima e più imponente. Le due grandi scale in pietra abbracciano l’ingresso e accolgono il visitatore negli interni fiabeschi.

I lavori di ristrutturazione durarono trent’anni e quando terminarono, entrambi i coniugi morirono a distanza di pochi anni uno dall’altro. Il Castello passa così nelle mani del figlio maschio della coppia, Vittorio Emanuele Taparelli d’Azeglio, che muore nel 1890 senza eredi.
Il Castello dal 1890 diventa quindi proprietà dei Pes di Villamarina, perché la figlia femmina dei Taparelli d’Azeglio, Melania, aveva nel frattempo sposato un nobile sardo, Salvatore Pes di Villamarina, uomo schivo e taciturno. I Pes di Villamarina lo terranno fino al 1930.

Il matrimonio tra Salvatore e Melania non fu dei più felici, forse a causa del carattere molto chiuso di lui, forse per i numerosi viaggi che faceva in Sardegna. Fatto sta che Melania, dopo aver dato alla luce tre figli, si ammalò gravemente e morì da sola a Torino alla sola età di 27 anni, solo accudita dal padre Roberto. Pare che nell’ultimo periodo il marito Salvatore le vietò di vedere i figli, per paura che potesse in qualche modo contagiarli. Per molto tempo non si seppe dove fu sepolta Melania, poi trovata grazie a un lavoro minuzioso, nell’ex cimitero vicino al Cottolengo. Oggi giace nel Cimitero Monumentale con il resto della sua famiglia. A Melania è però legata una particolare leggenda, legata al suo fantasma. Pare che nelle notti d’estate in cima alla torre quadrangolare del Castello del Roccolo appaia una fiammella, quella che il fantasma di Melania tiene accesa mentre aspetta il marito Salvatore di rientro dalla Sardegna.
Attualmente il Castello è privato, frutto di sette proprietari che vivono tra i pressi di Busca e Torino.

I Marchesi lasciarono un patrimonio di mobilio e vegetazione inestimabile: nell’inventario che venne fatto nel ‘900, dopo la morte dei Marchesi,vennero trovati un centinaio di divani, poltrone, sedie, seicento vasi di fiori e numerosissime piante di agrumi, perché la marchesa aveva creato la sua Orangérie com’era nella moda del tempo.
Visita al Castello del Roccolo di Busca: lo splendore della Cappella
Alle spalle del Castello e quindi impossibile da vedere dalla facciata principale, si trova la Cappella. Una piccolissima costruzione che durante l’Autunno si fonde perfettamente e armoniosamente con i colori del Parco che la circondano completamente. Un tetto a capanna e la facciata preceduta da un piccolo portico.

Nel 1854 vennero allestiti gli stalli del coro provenienti dalla cappella marchionale di Revello, opera in stile neogotico. Oggi sono presenti solo due pannelli lignei di fondo del coro, mentre gli stalli sono oggi conservati in Casa Cavassa a Saluzzo, dove li fece trasportare il figlio dei Marchesi, Emanuele Taparelli d’Azeglio. Nella cappella sono stupendamente conservate le due finestre con i vetri colorati sui toni del giallo, rosso, azzurro e viola che affacciano sul portico.

Visita al Castello del Roccolo di Busca e al suo parco
I coniugi non avevano acquistato la tenuta solo per il Castello, ma anche per l’immenso parco, dove amavano rilassarsi e trascorrere il loro tempo in compagnia degli amici. Non soggiornarono qui solo persone comuni, ma anche importanti personalità del tempo, come Silvio Pellico, ministri inglesi, re Umberto I e la regina Margherita.
All’epoca il parco era ricco di sentieri con grotte, statue, cascate, laghetti e piante, concepito secondo il gusto romantico. Alcuni interventi vennero eseguiti dal paesaggista Xavier Kurten e sono tantissime le piante secolari ed esotiche presenti. Nel parco è presente anche un lago, la cui acqua arrivava direttamente da una sorgente. All’epoca c’era un’acqua limpidissima e i Tapparelli d’Azeglio e i loro amici facevano il bagno in estate per refrigerarsi, tuffandosi dalla statua di Tritone, o navigandolo con delle piccole canoe.
La Marchesa Costanza amava moltissimo le piante e i fiori. Sotto la terrazza c’erano delle piccole nicchie in cui creò un’Orangérie, con un centinaio di piante di agrumi: bergamotti, limoni, mandarini, arance, che venivano conservate durante il periodo invernale. C’era inoltre il giardino delle dalie, un roseto, i cachi e piante ornamentali, curate dalla stessa Marchesa. La struttura delle Serre, che venne costruita tra il 1846 e il 1850, venne restaurata nel 2003.

[ In collaborazione con Castello del Roccolo ]
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