C’è la mano di un’artista con una storia di vita incredibile, dietro alla magnificenza del Giardino dei Tarocchi in Toscana. Un luogo che aspettavo di vedere da tantissimo, segnato lì tra i millemila posti che ancora mi attendono. Dopo il nostro viaggio all’isola d’Elba, trascorrere qualche giorno in Maremma Toscana, proprio nei pressi di Capalbio, e una giornata nuvolosa e fresca in cui abbiamo preferito saltare il mare, sono stati la scusa perfetta per fare la sua conoscenza. Vi racconto tutto per organizzare la vostra visita al meglio.
Informazioni utili per la visita
Il Giardino dei Tarocchi si trova a Capalbio, in Località Garavicchio Pescia Fiorentina. Si può comodamente raggiungere in auto, da lasciare nell’apposito parcheggio gratuito.
È possibile acquistare i biglietti online alla seguente pagina, ma il biglietto non è rimborsabile. Sul sito consigliano di acquistarli prima, noi siamo stati a inizio Agosto, in periodo di alta stagione e abbiamo fatto solo una decina di minuti di coda in biglietteria. Potete anche prenderli il giorno stesso, anche solo mezz’ora prima della visita.
Il giardino è aperto dal 1 aprile al 15 ottobre, tutti i giorni dalle 14:30 alle 19:30, l’ultimo accesso è alle 18:15.
Il costo del biglietto intero è 15 euro, i bambini sotto i 6 anni entrano gratis.
Per la visita considerate circa un’ora e mezza, due ore di tempo di permanenza all’interno. Per la stessa volontà dell’artista non si organizzano visite guidate. All’ingresso vi verrà fornita una mappa per orientarvi e visitarlo in autonomia.
Se volete visitare il Giardino dei Tarocchi con i bambini, potete portare il passeggino con voi all’interno, ma poi dovrete lasciarlo per poter salire e scendere da scale, scalini e salitine. Se avete con voi bimbi molto piccoli che non camminano, vi consiglio fascia o marsupio.
All’interno sono presenti delle piccole aree di sosta con panchine dove fermarsi a fare una pausa, leggere, far merenda. Nei pressi della biglietteria è presente uno shop.


Il Giardino dei Tarocchi
Niki de Saint Phalle, storia di una donna e artista incredibile
La storia dell’artista che lo volle fortemente
Quando sono andata al Giardino dei Tarocchi conoscevo solo a grandi linee il luogo, ma per niente la sua storia. Intanto, non sapevo che dietro alla sua lenta e grandiosa costruzione ci fosse un’artista donna, e di lei non avevo mai sentito parlare. Attratta e incuriosita, mi sono informata moltissimo, sia sul giardino e la sua costruzione, sia sulla vita di Niki de Saint Phalle, leggendo articoli e ascoltando podcast a lei dedicati.
Una delle artiste meno conosciute, ma nell’autunno del 2024 il MUDEC di Milano le ha dedicato una grande mostra monografica che le ha dato spazio e la possibilità di essere conosciuta dai più.
Malgrado le tinte accese e i soggetti monumentali delle sue strabilianti opere artistiche, la vita di Niki de Saint Phalle non fu semplice. Niki de Saint Phalle, all’anagrafe Catherine-Marie-Agnès Fal de Saint Phalle è nata in Francia nel 1930, figlia di un ricco banchiere francese e di un’artista americana. La Grande Crisi del 1929 colpì duramente l’attività della famiglia, che si trovò costretta a trasferirsi a New York qualche anno più tardi. L’infanzia di Niki non fu semplice, tra rapporto familiari violenti e abusi da parte del padre, che lei ricordò solo più avanti, quando venne ricoverata in una clinica psichiatrica.




All’arte Niki arrivò solo più tardi. Affascinante e bellissima, inizialmente avrebbe voluto diventare attrice. Dopo aver posato come fotomodella per celebri riviste di moda, si avvicinò al cinema. Fu solo dopo una profonda crisi che la spinse quasi al suicidio e per cui fu ricoverata in una clinica di Nizza, che si avvicinò al mondo dell’arte, e in particolare alla pittura. L’unico modo per sopportare la sofferenza dettata dal riemergere dei ricordi degli abusi subiti dal padre, fu dipingere. La pittura le dava sollievo e nuovi scopi. Si dedicò completamente alla pittura, riuscendo a esporre nella sua prima mostra in Svizzera, nel 1956.
La storia del Giardino dei Tarocchi
Due ettari che racchiudono uno dei parchi artistici più particolari e belli del mondo. E si trova in provincia di Grosseto, vicino a Capalbio, nella bella Toscana.
Realizzato con l’aiuto del marito, lo scultore Jean Tinguely e un nutrito gruppo di artisti nell’arco di 22 anni, il Giardino dei Tarocchi rappresenta le 22 figure ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi. Matto, Papessa, Imperatrice, Carro, Amanti, Diavoli, Giustizia…vi dicono niente? Attraverso un percorso tematico, affascinante e spirituale, incontrerete queste figure particolari in forma artistica: mattonelle, specchi, ceramiche dai colori più vari e più sfavillanti vi condurranno in questo viaggio particolarissimo.
Come inizia tutto
Tutto inizia nel 1955 quando, durante un viaggio in Spagna, Niki de Saint Phalle scopre l’opera di Antoni Gaudí e rimane ammaliata. In particolare, il Parc Güell a Barcellona influenzerà notevolmente l’opera dell’artista per la decisione di costruire un suo giardino di sculture.
Nel 1966 a Stoccolma Saint Phalle e Jean Tinguely conoscono il giovane artista svizzero Rico Weber, che sarà il loro assistente e collega per tanti anni e avrà un ruolo cruciale nella realizzazione del Giardino dei Tarocchi.
Il 1974 è un anno fondamentale per il luogo su cui verrà costruito il grande giardino desiderato dall’artista. Costretta ad un periodo di convalescenza a St. Moritz, incontra Marella Agnelli, collezionista d’arte e moglie di Gianni Agnelli, che aveva conosciuto a New York. Le due donne sono amiche e Niki racconta del grande progetto che già da un po’ frullava nella sua testa. In seguito i fratelli di Marella, Carlo e Nicola Caracciolo, metteranno a disposizione dell’artista un terreno della loro proprietà a Garvicchio in Toscana.
Il progetto del Giardino dei Tarocchi inizia a prendere forma; occuperà per ben vent’anni il pensiero e la forza creativa di Niki de Saint Phalle e di tantissime persone, artisti da tutto il mondo e abitanti del luogo, che la aiuteranno a portarlo avanti: c’è chi disbosca, chi salda, chi cementifica chi costruisce vialetti con le pietre, chi assembla vetri e ceramiche, chi pittura. Un lavoro monumentale.


All’inizio degli anni Ottanta Niki de Saint Phalle si ammala d’artrite reumatica, malattia che la debiliterà fortemente e di cui soffrirà fino alla fine della vita. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta Niki perde Jean Tinguely, che muore nel 1991 e tanti amici tutti stroncati dall’AIDS. Anche le condizioni di salute di Niki peggiorano e nel 1994 si trasferisce a La Jolla, California, dove vivrà per i successivi otto anni. Intanto, tra il 1995 e 1996, sono completati quasi tutti i mosaici per le sculture.
Il Giardino dei Tarocchi, che già in passato aveva attirato tanta curiosità e numerosi visitatori, sarà inaugurato ufficialmente il 15 maggio 1998 per il gran pubblico. A cavallo degli anni 2000 inizia a progettare nei pressi del Giardino anche un labirinto, mai compiuto perché il 21 maggio 2002 Niki de Saint Phalle muore all’età di 71 anni e secondo le sue ultime volontà la progettazione del Giardino dei Tarocchi dovrà avere fine al momento della sua morte. L’8 di luglio 2002 la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi sarà riconosciuta ufficialmente da parte delle Regione Toscana.


Proprio al Giardino dei Tarocchi avrete l’opportunità di incontrare le celebri Nanas, sculture femminili prorompenti, dalle forme accentuate all’inverosimile, dipinte con colori accesi e sgargianti. Le Nanas raccontano donne sicure di sé ed emancipate, che non temono di esprimere se stesse e la loro femminilità – anche, prorompente. In certi casi addirittura emblematiche, la Nana che ha fatto più discutere è stata senza dubbio quella realizzata nel 1966, dal nome Hon/Elle. Gigantesca e abitabile, i visitatori entravano attraverso la vagina della scultura, e potevano percorrerla tutta fino a raggiungere i due seni, che ospitavano rispettivamente un planetario e un bar. Neanche a dirlo, fu un’opera largamente discussa e criticata (online trovate diverse fotografie se vi interessa).




