Visita alla Margaria e alle Serre Reali, un pezzetto di Racconigi e di neogotico si scopre al pubblico

Quasi tutti i torinesi – mi sbilancio, i piemontesi, hanno visitato almeno una volta nella vita il Castello di Racconigi, Patrimonio Mondiale UNESCO e innegabilmente una delle residenze sabaude più belle. Ma negli oltre 170 ettari di parco e bosco di Racconigi, ci sono pezzetti di terra e luoghi che fino ad oggi sono rimasti lontano dalla ribalta e che, finalmente, si possono visitare, nutrendosi di tutta la loro incredibile bellezza.

Sto parlando del grande complesso che si trova dalla parte opposta rispetto al Castello di Racconigi, la Margaria e le Serre Reali, che dopo un finanziamento ingente e oltre 10 anni di lavori, sono stati riaperti al pubblico e attendono solo di essere scoperti.

Un ricco calendario di eventi, una lunga riapertura fino ad autunno inoltrato per permettere a tutti di ammirare la bellezza di questi luoghi. Avete tempo fino a ottobre.

Un po’ di storia del Castello di Racconigi

Da una semplice torre di avvistamento, costruita intorno al 1100 a quell’edificio dall’architettura principesca che conosciamo noi oggi: il Castello di Racconigi ha subito varie trasformazioni. La più importante è stata sicuramente quella a opera di Emanuele Filiberto, detto Il Muto, uomo di grande cultura e perseveranza, che nonostante la sua difficoltà riuscì a imparare diverse lingue straniere.

Sarà infatti lui, intorno al 1675, a invitare qui l’architetto Guarino Guarini per far ristrutturare quella che era una fortezza trasformandola in una residenza di campagna. Grande importanza venne data anche al parco, imprescindibile per una casa di campagna: lo stile che andava di moda all’epoca era il parco con giardino all’italiana, su modello di quello della Reggia di Versailles, che infatti viene progettato da Le Nôtre, lo stesso architetto di Versailles.

Nella seconda metà del Settecento, invece, era Josephine di Lorena a gestire il castello. Invita il geometra Giacomo Pregliasco e su suo progetto viene costruito un giardino in stile inglese, prerogativa del secolo. Il parco viene trasformato con un approccio più naturale e paesaggistico, con viali, laghetti e zone boschive. 

Dopo Carlo Felice, il potere e le proprietà passano nelle mani di Carlo Alberto di Savoia, che incarica il noto paesaggista Xavier Kurten a lavorare nel parco. A poco a poco, con nuovi possedimenti acquisiti e l’abbattimento di alcuni edifici, il parco arriva a contare circa 170 ettari: un bosco gigantesco con una torre di avvistamento per gli uccelli, un lago, un ruscello, ponti, grotte.

La costruzione della Margaria

Ed ecco che veniamo alla costruzione della Margaria, intorno alla seconda metà dell’Ottocento.

Collocata al fondo del Parco del Castello di Racconigi, divise dal bosco fittissimo tanto che l’una non vede l’altra, la cascina della Margaria fu costruita in stile neogotico tra il 1835 e il 1843 su progetto dell’architetto Pelagio Palagi.

Questo luogo nasce per i margari, i contadini, con lo scopo di dedicare qui le varie attività produttive dei terreni circostanti il castello. In tutto e per tutto una fattoria sperimentale, dove tutte le tecniche agricole più all’avanguardia venivano applicate.

Vero cuore produttivo del parco, la Margaria ospita al suo interno ambienti straordinari, ora visitabili.

Come il Reposoir della regina Maria Teresa, nell’ala di levante, lo spazio riservato al riposo della sovrana dopo le passeggiate e le cavalcate nel parco.

Il Reposoir è costituito da un’anticamera tutta decorata con la tecnica del trompe-l’oeil. Ma il vero splendore è la volta della camera vera a propria, in cui sono presenti trentadue angeli disegnati, ognuno con’espressione diversa e unica. Sempre nella volta ci sono numerose decorazioni e tanti piccoli ritratti. Pare, che uno di questi sia dello stesso Pelagio Pelagi. Altro capolavoro è il palchetto, assemblato con essenze diverse di legno.

Nella stessa ala c’erano anche la casa dei giardinieri e del cappellaio.

Subito dopo, si visita la Cappella del Beato Alberto, uno splendore di pietra e legno intagliati. Alcuni vetri smerigliati e dipinti raccontano la storia del Beato Alberto. Alcune parti della Cappella sono ancora in fase di restauro, ma questa è una chicca davvero imperdibile.

La zona di ponente era invece quella destinata all’area produttiva, c’erano soprattutto le stalle, dove un centinaio di vacche svizzere e toscane trovavano riparo e venivano impiegate per la produzione di latte e prodotti caseari.

Successivamente vennero spostate qui anche le scuderie del Castello, dove venivano tenuti gli stallone del Re.

Due personaggi di spicco per la Margaria sono Marcellino e Giuseppe Roda, due giardinieri fratelli che vivevano alla Margaria. Rimangono orfani di padre molto presto ed ereditano la mansione paterna di giardiniere della Margaria.

Carlo Alberto li prende sotto la sua protezione: li fa studiare e viaggiare in Italia e all’estero per poter prendere in mano, e portare avanti, l’eredità di Xavier Kurten.

Dal 1843 Marcellino diventa capo giardiniere del parco ed entrambi i fratelli faranno una carriera straordinaria, diventando direttori di parchi, progettando giardini privati, scrivendo trattati di botanica. Viaggeranno alla scoperta dei giardini e delle ville della Lombardia e del Veneto, successivamente di Austria, Belgio e Inghilterra e Parigi. Ma soprattutto prenderanno parte alle Fiere Internazionali di Botanica.

Ed è qui che veniamo alla costruzione delle meravigliose Serre Reali.

Costruite per la coltivazione sperimentale e il ricovero invernale di alberi da frutto e di specie esotiche rare, le serre vengono realizzate su preciso riferimento dei fratelli Roda.

Un edificio elegante e imponente, costruita con mattoni e vetro: lunga 110 metri, sono presenti 19 finestroni che catturavano il sole e rendevano questo ambiente molto caldo, in qualsiasi stagione.

Racconigi e le sue serre diventano presto un punto di riferimento nel mondo della botanica. Qui si coltivano orchidee, ananas, felci e palme. Negli anni di massimo splendore della Margaria, lavoravano più di 100 giardinieri e si coltivavano più di 500 specie di piante differenti.

Le serre verranno utilizzate anche per momenti importanti della famiglia Savoia, come il matrimonio di Mafalda di Savoia il 23 settembre 1925 con Filippo d’Assia. Per la famiglia Savoia è stato un luogo del cuore e un luogo in cui potevano sentirci più persone che principi e principesse.

Si visitano ancora il frutteto e il Giardino dei Principini, chiamato così perché i piccoli di Casa Savoia qui giocavano, si sporcavano e facevano merenda.

Visita alla Margaria a Racconigi: informazioni utili

Grazie al programma Meraviglie d’estate alla Margaria: arte, storia e natura nel Parco del Castello di Racconigi, promosso dalle Residenze reali sabaude in partenariato speciale con Kalatà, questi luoghi sono riaperti al pubblico per tutta l’estate, fino ad autunno inoltrato.

La visita alla Margaria e alle Serre Reali sarà possibile per cinque mesi, da sabato 31 maggio a domenica 19 ottobre con un ricco programma che include visite guidate, laboratori per famiglie, disegno botanico, spettacoli teatrali.

La visita della Margaria e delle Serre Reali sarà possibile solo con visita guidata della durata di un’ora e mezza:

  • Sabato, domenica e festivi;
  • Orari delle visite: 10 – 11:30 – 15:30 – 17;

Non è obbligatoria la prenotazione, ma suggerisco anche solo qualche ora prima, di acquistare il proprio ingresso tramite il sito ufficiale di Kalatà, in questo modo avrete la certezza di essere inseriti nell’orario da voi stabilito.

Il costo della visita guidata è di 12 euro, il biglietto ridotto ha un costo di 10 euro. I possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta hanno diritto all’ingresso ridotto, ma non a quello gratuito.

Il ritrovo è 15 minuti prima dell’inizio della visita guidata e l’accesso è da via Migliabruna, dove è possibile tramite una stradina sterrata raggiungere il posto e parcheggiare gratuitamente l’auto. Arrivando da Torino si gira a destra in una piccola stradina prima dell’inizio del bosco del Castello di Racconigi.

[ Post in Collaborazione ]

Lascia un commento