Cosa mangiare in Sardegna: piatti tipici della cucina sarda dal salato al dolce

Pane carasau, seadas, pecorino sardo sono sicuramente tra i piatti e i gusti più rinomati della cucina sarda.

Ma se siete in Sardegna, se state per partire o se non vedete l’ora di tornare, sappiate che sono tantissimi i piatti da provare e le materie prime con le quali farsi allietare all’ora dei pasti.

I piatti tipici della cucina sarda sono tantissimi e, almeno io mi sono sorpresa, molti sono dolci – mia grande passione!

Cosa mangiare in Sardegna se amate il salato

S’Anguli ‘e Cipudda

S’Anguli ‘e Cipudda è un piatto di origini ogliastrine che io, appena assaporato, mi sono immaginata perfetto per uno spuntino di metà mattina, come per altro è stato per noi.

All’apparenza sembra una farinata, ma una volta addentato è lì che si nasconde la sorpresa, con enormi e saporitissime fette di cipolla che si sciolgono in bocca. È un piatto povero della cultura agropastorale sarda, perfetto da proporre come antipasto o in accompagnamento a salumi e pecorini. L’unico problema è che uno solo non basta mai!

S’Anguli ‘e Cipudda, sembra una farinata ma nasconde un cuore di cipolla

Pistoccu con pomodorino e basilico

Simile al pane carasau e al pane fratau, il pistoccu o pistocu è un pane tipico dell’Ogliastra, fatto di semola di grano duro, acqua, fiocchi di patata, lievito e sale.

È un pane perfetto per essere conservato a lungo, usato come base della bruschetta o in accompagnamento a salumi e antipasti.

È uno dei pani più antichi e tipici della tradizione sarda e deve il suo nome alla duplice cottura che lo rende molto croccante e consumabile per lungo tempo. Il Pane Pistoccu, infatti, veniva mangiato dai pastori sardi durante le settimane di transumanza.

Fregula ai frutti di mare

Condita in modi diversissimi, se amate il pesce vi consiglio un piatto di fregula ai frutti di mare, pasta di semola tipica della Sardegna che con il pesce è deliziosa.

Conosciuta con vari nomi, il termine fregula sembra derivare dal latino, da ferculum, che significa briciola. La particolarità di questa pasta è proprio nel suo formato: chicchi di pasta irregolari, di dimensione più o meno grande, che si ottengono impastando a lungo semola e acqua. Procedimento fondamentale dopo l’impasto: la pasta viene poi tostata in forno, ecco perché qualche chicco ha un colore più scuro e una volta cotta con acqua rimane comunque croccante e ha una consistenza inimitabile.

Fregola ai frutti di mare

Salumi con pecorino sardo

In qualsiasi menù che si rispetti deve per forza essere presente un tagliere di salumi e pecorini sardi, cavalli di battaglia dell’isola, dal gusto che spazia dal più dolce al più piccante.

Se poi il tagliere è accompagnato da marmellate fatte in casa o miele, ancora meglio!

Salumi e pecorini sardi non possono mancare tra gli antipasti di questa regione

Malloreddu

I malloreddus sono tipici della zona del Medio Campidano, nel Sud della Sardegna, ma questa pasta tipica sarda si trovano facilmente su tutta l’isola.

Conosciuti più comunemente come gnocchetti sardi, li potrete provare con tantissimi condimenti diversi e sono solitamente molto apprezzati anche dai più piccoli, proprio per il loro formato.

Chiusoni galluresi

I chiusoni galluresi sono un tipo di pasta tipica della Sardegna.

Sono della stessa tipologia dei malloreddu perchè si tratta di gnocchi, ma hanno una forma molto particolare: assomigliano a piccoli cilindretti irregolari, con dei pallini ben visibili. Abbiamo chiesto in un posto in cui li abbiamo assaggiati e ci hanno detto che la forma particolare è data dalla passata su una grattugia, prima di avvitarli su se stessi e chiuderli.

Questo tipo di pasta solitamente viene condito con salsa di pomodoro, pecorino e purpuzza, la carne di maiale tritata, ma potete trovarla condita in modo diverso a seconda che vi troviate nell’entroterra o sulla costa.

Chiusoni galluresi fatti in casa conditi con verdure dell’orto

Culurgiones

Se esiste un re della cucina sarda, è senza dubbio il culurgiones, la pasta ripiena più famosa della regione.

Questo primo piatto sardo è costituito da grossi agnolotti di pasta ripieni di patate, formaggio e menta.

Per apprezzarli al meglio e per gustare il loro ottimo ripieno, è fondamentale che siano conditi con pomodoro semplice e una spolverata di parmigiano che non vada a coprire il pecorino sardo del ripieno.

Culurgiones conditi con pomodoro e parmigiano: tripudio di bontà e semplicità

Sa coccoi prena

C’è chi li definisce panini, chi li chiama focacce, il sa coccoi prena è secondo me un tortino salato, originario dell’Ogliastra e del Nuorese, anche in questo caso utile ai pastori sardi quando si recavano per lunghe ore al pascolo.

Se ne trovano di diverse tipologie e dimensioni e sono preparati con due tipi di farine: la farina 00 e la fatina di semola che crea l’involucro fragrante che andrà poi farcito con pecorino sardo e patate.

Sa coccoi prena: se vi trovate in Ogliastra, chiedete se lo vendono in qualche panetteria

Cosa mangiare in Sardegna se amate il dolce

Pirichittus

Li troverete dappertutto, sia in panetteria sia nei supermercati confezionati: i pirichittus sono dolcetti della trazione sarda.

Vengono preparati con una base di farina, uova e zucchero e vengono preparati principalmente in occasione della Pasqua.

Pirichittus, dolcetti tradizionali preparati soprattutto in occasione della Pasqua

Pardulas

Conosciute più spesso con il semplice nome di formaggelle, le pardulas sono deliziosi dolcetti sardi formati da un guscio di pasta che viene pizzicato dando una forma che ricorda vagamente una stella, con un ripieno di ricotta e zafferano.

Anche in questo caso, come per i pirichittus, sono considerati dolci tipici del periodo di Pasqua, nonostante siamo facilmente reperibili tutto l’anno.

Pabassinas

Considerati i dolcetti sardi tipici autunnali, perché solitamente preparati in occasione della festa di Ognissanti, i pabassinas sono dolci tipici anche dei pranzi in famiglia domenicali.

All’interno oltre a ingredienti come farina, lievito e zucchero, contengono anche cannella, anice, mandorle o noci e uva sultanina. All’esterno vengono glassati e poi adornati con palline argentate o colorate.

Parabassinas, i dolcetti autunnali sardi

Seadas

Seadas o seada è un nome che ha origine da su seu, che significa grasso, proprio per indicare l’uso dello strutto fondamentale per la preparazione della pasta.

Si tratta di un grande tortello fritto di pasta di semola, ripieno di pecorino sardo, scorza di limone e arancia e cosparso di miele di corbezzolo, ma si può trovare facilmente anche cosparso di zucchero a velo.

Un dolce non propriamente leggero con cui concludere un pasto, è infatti perfetto da dividere!

Seadas, forse il dolce più tipico e amato della cucina sarda

Pan’e Sapa

Pan’e saba o Pane di Sapa è un dolce speciale che fa parte della tradizione sarda, con un gusto forte e molto particolare, dato dai suoi ingredienti.

Il suo nome deriva dalla saba, chiamata anche sapa, uno sciroppo dal gusto molto intenso che si ottiene dal mosto cotto, il cosiddetto vincotto, da cui deriva anche il colore scuro di questo dolce.

Il pan’e saba è un dolce molto antico, considerato povero, che si preparava spesso. Dal gusto molto intenso e speziato, l’impasto veniva arricchito con mandorle e noci.

Tiramisù con savoiardi sardi

Anche conosciuti con il nome di Pistoccus de caffei, i savoiardi sardi si distinguono dai savoiardi classici per la loro forma: sono più grossi e più irregolari.

Ma anche nella loro consistenza cambiano, perché sono caratterizzati da un impasto con una consistenza più morbida, il che li rende davvero perfetti per essere imbevuti nel caffè e cosparsi di crema al mascarpone.

Ebbene sì, nella maggior parte dei ristoranti nell’elenco dei dolci troverete quasi sicuramente il tiramisù, da provare proprio in Sardegna.

Ascoltatemi: provate il tiramisù con i savoiardi sardi e non ve ne pentirete

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