Visita al Castello Reale di Casotto, una residenza tra i boschi

Ci si arrampica su per i boschi tornante dopo tornante, spesso guidando tra banchi di nebbia fittissimi anche in piena estate, per poi ritrovarselo, al fondo di un viale alberato che già preannuncia meraviglie, proprio lì, sulla destra.

Senza ombra di dubbio una delle regge più imponenti che i Savoia abbiano posseduto e abitato: è il Castello Reale di Casotto, un luogo suggestivo e spirituale – perché la sua storia inizia molto prima di essere divenuto proprietà della famiglia reale. Vi porto alla scoperta della sua storia avvincente.

Tra boschi vividissimi di castagno, faggio e abete bianco spicca, in una valle appartata e per niente di passaggio, una delle regge montane più belle del Piemonte, che si lascia scoprire poco per volta.

Sono ancora importanti e diversi i lavori di ristrutturazione da eseguire e il percorso di visita è molto limitato rispetto alla grandezza della reggia. Al momento della nostra visita, inoltre, anche la cappella era in fase di restauro e quindi non accessibile al pubblico.

È importante anche sottolineare che il Castello Reale di Casotto è rimasto abbandonato per lungo tempo, il bosco che lo circonda, che conta ben 81 ettari e che ha uno straordinario valore storico e naturalisto l’ha quasi fagocitato, creando ingenti danni, al tetto ma non solo.

Dopo ingenti lavori di ristrutturazione e cavilli burocratici, nel 2020, dopo 15 anni di chiusura, il Castello di Casotto è stato riaperto al pubblico.

Ma sono certa che tra qualche anno, ristrutturati e riaperti alcuni spazi, sarà ancora più splendido: una vera chicca, imperdibile!

Il Castello Reale di Casotto

Dove si trova il Castello Reale di Casotto

Ci troviamo immersi in Val Casotto, una valle appartata e per niente di passaggio, e che forse proprio per questo conserva ancora il suo lato selvaggio e la sua natura intatta. Il Castello Reale di Casotto si trova a 1090 metri di altitudine, la quota giusta anche per andare alla ricerca di un po’ di fresco.

Prima di ripartire dopo la visita o prima della visita vi consiglio di fare tappa in una frazione di Pamparato, nel borgo di Valcasotto, un autentico borghetto di montagna con le sue case con il tetto in pietra e le stradine strette, conosciuto per essere il borgo dei formaggi, dopo che il celebre caseificio di Beppino Occelli, originario delle Langhe, ha fatto di Valcasotto proprio il suo “Borgo dei formaggi”. Acquistate quindi formaggi e i biscotti di Valcasotto, che si chiamano Saraceni, prima di rientrare.

La storia del Castello di Casotto

Una delle Certose più potenti e importanti

Nel 1086 San Brunone, conosciuto anche come San Bruno e fondatore dell’ordine certosino, fa tappa in Valle Casotto. Rimane colpito dalla spiritualità del luogo e decide di costruire qui il primo insediamento dei monaci.

La prima costruzione si ha un po’ più giù, presso la Correria abbandonata che si incontra poco prima del viale alberato. Costruiscono il chiostro 400 metri più in alto e in poco tempo la Certosa di Casotto, considerata una delle più grandi e importanti del Piemonte e non solo, diviene un punto di riferimento religioso, ma anche economico. Questo, lo rende preda di brigantaggio e spesso di forestieri poco raccomandabili che bussano alle sue porte e vengono accolti.

La parte più importante della Certosa era la Chiesa: grandissima, in cui erano presenti ben nove altari. Da qualche planimetria del tempo ci si può immaginare quanto dovesse essere mastodontica!

Nel bosco era presente anche il cimitero dei monaci, che lì erano seppelliti dopo aver trascorso una vita in meditazione e solitudine.

Intorno al Trecento la Certosa di Casotto era potente al punto che dipendeva direttamente dal Papato, scavalcando il Vescovo. È proprio in questo periodo che raggiunge il suo massimo splendore dal punto di vista economico e spirituale.

Da Certosa a castello di caccia

Dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, nel 1837 il complesso con quello che restava dell’antica Certosa fu acquisito da re Carlo Alberto e destinato a castello di caccia.

La struttura dell’antica Certosa, con una Chiesa mastodontica, non era certo indicata a una residenza reale, seppur lontana dagli impegni istituzionali e più frequentata in veste familiare. Purtroppo quindi il Monastero e la Chiesa non vennero toccati nel grande lavoro di ristrutturazione e così, andarono presto in rovina. Oggi se ne possono vedere e ammirare solo i resti.

Fu invece rimessa a nuovo la zona antistante: cappella e foresteria, ancor oggi visitabili, seppur la cappella in fase di restauro al momento della mia visita.

Gli ingenti lavori verranno affidati all’architetto di corte e presto la ex Certosa diventerà una delle residenze della famiglia reale.

La bellezza di questa residenza è che è una residenza montana di villeggiatura, molto intima e piena di calore familiare: nessuna stanza di rappresentanza, nessun salotto per ricevere ospiti illustri e decidere le sorti di Casa Savoia. Qui si incontrava un padre con i suoi figli, durante i lunghi mesi estivi.

Carlo Alberto iniziò quest’opera di adattamento a castello di caccia e residenza estiva, ma chi lo frequentò maggiormente rendendolo “casa” fu il suo successore Vittorio Emanuele II con i suoi cinque figli: Maria Clotilde, Umberto, Amedeo, Oddone e Maria Pia. 

Giovanissimi, rimasero orfani della madre e fu proprio la primogenita Maria Clotilde a soli 12 anni a occuparsi amorevolmente dei fratelli più piccoli. Spesso trascorsero proprio a Casotto le loro vacanze estive, luogo in cui Maria Clotilde scrisse anche un diario, raccontando come trascorrevano le giornate.

Il Castello Reale di Casotto fu proprietà dei Savoia per circa 40 anni. Fino al 1881, data in cui venne venduto a privati.

La visita

La visita guidata comincia salendo il grande scalone, tramite il quale si accede al corridoio che percorre tutto il primo piano.

Le pareti sono ricoperte di quadri: una vera e propria Pinacoteca costituita di pezzi che i Savoia trasferirono dalla Galleria Daniel del Castello Reale di Torino e dal Castello di Agliè, ma anche opere che i proprietari successivi hanno lasciato al Castello. La maggior parte delle opere devono essere ancora catalogate e studiate, ma durante la visita potrete sentire il racconto di alcune di queste.

Potrete inoltre ammirare la camera del futuro Re Umberto I e la camera della Principessa Maria Clotilde. Tutte le stanze hanno pezzi originali, ristrutturati e riposizionati al loro interno. È stato fatto una grande lavoro anche per quanto riguarda le tappezzerie: restaurate e una più bella dell’altra – io ho proprio un debole!

Visita al Castello Reale di Casotto

Informazioni utili per la visita

Il Castello Reale di Casotto si trova a Garessio, in provincia di Cuneo. Dal borgo di Garessio dovete considerate almeno una trentina di minuti di auto.

Quando raggiungete il luogo, inoltratevi nel viale alberato con prudenza, la strada è sterrata. Al fondo del viale è presente un ampio parcheggio proprio di fronte all’ingresso.

Superato l’ingresso, la biglietteria è sulla sinistra, è qui che si attende per l’inizio della visita guidata; un bar ben fornito è proprio di fronte a voi, con alcuni tavolini per fare una pausa, prima o al termine della visita.

Il Castello Reale di Casotto si può visitare solo con visita guidata della durata di circa un’ora e mezza. A questo link potete acquistare i biglietti per essere sicuri di poter partecipare alla visita.

Il Castello di Casotto è aperto da aprile a novembre, il sabato e la domenica. Per tutto il mese di luglio è aperto anche il venerdì e nel mese di agosto è aperto tutti i giorni. Gli orari delle visite sono 10, 11.30, 14, 15.30, 17. Per ogni slot possono esserci fino a 25 visitatori. Dovete arrivare un quarto d’ora prima della vostra visita.

Il biglietto di ingresso per adulti costa 12 euro, ridotto costa 10 euro. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 5 anni e ai possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.

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