De Silva ci mette di fronte a quello che siamo, spaventati a morte di amare, spaventati a morte di cambiare.
Modesto che fa Fracasso di cognome e di fatto e Viviana, sono una coppia, ma non una coppia normale. Sono amanti. E sono innamorati. I due si alternano nel raccontarci la loro storia e le loro emozioni e intorno a loro si dispiegano gli altri personaggi, i rispettivi consorti, i figli, i genitori, gli amici, che rimangono sulla cornice. Fino a quando, tra il loro alternarsi, interviene un’altra coppia, quella del loro psicoanalista e della rispettiva amante. Sì, perché, Viviana e Modesto decidono di andare in terapia per risolvere i loro problemi, non importa che non siano una coppia ufficiale, non importa che non siano sposati, non importa che se si lasciassero non si troverebbero a dividersi la casa, la macchina, il mutuo, il figlio e il cane. Si amano, e questo fa di loro una coppia.
De Silva ci fa commuovere e (sor)ridere e togliendo quel velo di ipocrisia, ci fa vedere quello che non vorremmo mai vedere, che una coppia di amanti può amarsi, anche se ha da perdere ha tutto e da dividersi proprio niente.
Dicansi amore…
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Assolutamente…
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😉
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La trovo un’idea molto bizzarra maperfettamente in linea della società del tutto è possibile… quello di andare in analisi per risolvere qualcosa che sulla carta non dovrebbe esistere.
Non ho letto il libro ma mi incuriosisce te lo farò. Nella società liquida così come l’ha analizzata Bauman tutto è possibile anche vivere vite parallele pensando di trovare un equilibrio…
Sherashetticassaje
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Leggendo il libro, mi sono dimenticata chi fossero, sembrano solo due che si amano…
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Siì certamente, ma una terapia non può prescindere dal contesto del ‘paziente’.
Dunque di quale terapia si parla se la coppia è altra da loro?
sheraciaociaociao
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La cosa paradossale ma che rende molto autentico questa terapia è proprio che la coppia sono loro, gli amanti, e non loro con i rispettivi coniugi.
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