Scrivi. No, cancella. Il primo articolo, se così lo possiamo definire, di questo Blog. Cancella. Cancella. Scrivi.
Il primo è sempre il più difficile. Il primo dell’anno. Le prime righe di un tema. Il primo esame. Il primo figlio. Il primo amore. Il primo bacio. il primo passo. Ma perché? Cos’ha di così difficile questo fantomatico primo, che non hanno il secondo, il terzo e via discorrendo? “Le aspettative”, mi direbbe la mia amica che sa sempre tutto. Come darle torto? Essere primi è complesso, ci mette in una posizione scomoda “Meno male che l’anno scorso era arrivato primo!” “Sei il primogenito, dovresti dare l’esempio!” “Vai tu per primo!” Essere il primo vuol dire andare verso l’ignoto, sondare il territorio, beccarsi tutti i rischi, non sapere se saremo i primi di una lunga lista, o già gli ultimi. Prendiamo il primo dell’anno, ad esempio; l’anno che arriva viene rimpinzato da subito di buoni propositi, progetti, novità, che poi spesso vengono abbandonati dopo poco (per poi essere riproposti il primo dell’anno successivo). Oppure prendiamo il primo bacio, non si sa bene come fare, come mettersi, quanto avvicinarsi (ma i nasi si scontreranno?). Per non parlare del primo amore! Tutto bello, meraviglioso e stupendo, ma quando arriva il secondo qualche valutazione da fare è d’obbligo. Però qualcuno il primo lo deve pur fare. Perché se non ci fosse il primo, non ci sarebbero neppure tutti gli altri. Quindi, festeggiamo il primo, così che si possa accomodare il secondo.