La provincia di Cuneo ancora una volta è riuscita a stupirmi! Nascoste tra le colline di Busca, cittadina ai piedi della Valle Maira, si trovano delle antiche cave di alabastro rosa, oggi abbandonate. Le cave con le loro mille sfumature sembrano dei piccoli canyon, per chi come me è stato in Giordania percorrere queste gole vi riporterà con la memoria al Siq d’accesso a Petra, seppur in miniatura. Qui la natura e la mano dell’uomo, inconsapevolmente, hanno dato vita ad un luogo incantevole e davvero suggestivo.
Ma prima di incuriosirvi troppo bisogna fare una piccola premessa, le cave sono su un terreno privato, non recintato, durante la visita sono possibili dei distacchi di roccia dalle pareti per questo motivo la visita viene fatta a vostro rischio e pericolo. Ma ogni anno vengono organizzate delle visite guidate autorizzate ed in sicurezza a cura del comune di Busca.
Le Cave di Alabastro di Busca: un po’ di storia
La cava di alabastro di Busca rimase in attività per circa tre secoli, tra il Diciassettesimo ed il Ventesimo secolo, e l’estrazione venne abbandonata intorno agli anni Cinquanta del Novecento. Un tempo le cave furono di proprietà di Amedeo di Savoia, principe di Carignano, ma agli inizi dell’Ottocento passarono al Demanio e verso la fine del secolo vennero privatizzate, cambiando più volte proprietà.
Le estrazioni in queste cave venivano fatte manualmente, con mazze e scalpelli, per non rovinare la pietra che era molto delicata e fragile.

L’alabastro rosa di Busca era molto richiesto come pietra ornamentale, che veniva utilizzata per la decorazione interna di edifici privati ed ecclesiastici soprattutto in Piemonte. Proprio a Busca si può ammirare nella balaustra della chiesa della Santissima Trinità e nella parrocchia Maria Vergine Assunta, mentre a Torino è stata impiegata nella decorazione delle tombe reali di Superga. Questa particolare pietra venne anche impiegata per la decorazione di elementi di arredo o nella creazione di piccoli oggetti decorativi.
Le Cave di Alabastro di Busca
Le cave sono composte da cinque gole abbastanza profonde, alcune di queste arrivano anche ad un’altezza di una trentina di metri, e sono di varie lunghezze.

Le gole sono dei veri e propri canyon, le pareti verticali si alzano per metri, sulle pareti si arrampicano le grandi edere che qua e là lasciano filtrare fasci di luce che illuminano e esaltano le sfumature della pietra. Sfumature che passano dall’arancione della terra argillosa dei terreni circostanti, e si mescolano con le venature rosate dell’alabastro e poi, d’un tratto, assumono un colore verdastro, surreale e mozzafiato.
Le gole principali sono collegate tra loro da un’ampia strada sterrata, mentre le altre si possono raggiungere con alcuni piccoli sentieri abbastanza battuti. Dove è possibile fare un piccolo anello.
Gli ingressi delle grotte secondarie, sono nascosti tra piccoli arbusti, alcuni si riconoscono dagli omini in pietra oppure individuando le voragini nel terreno, al loro interno sono addirittura cresciuti degli alberi, che si ergono verticalmente fino a raggiungere il cielo, oltre alla cima della gola. Dagli ingressi secondari inoltre si può ammirare una splendida vista su Busca e su tutta la piana cuneese.

Le cave di Alabastro di Busca: dove si trovano
Ma dove si trovano le Cave di Alabastro di Busca?
Come tanti vi risponderanno in realtà non è così semplice da spiegare con esattezza, si trovano ai piedi dell’Eremo di Belmonte, che si erge sulle colline alle spalle di Busca.
Il sentiero non è segnalato e parte sulla destra di una grande curva, sulla strada che conduce all’Eremo. Nel punto in cui parte il sentiero non ci sono parcheggi.
Le cave si possono raggiungere a piedi o in mountain bike con una bella e semplice passeggiata dal centro di Busca, dove è possibile lasciare l’auto, seguendo i cartelli bianchi e rossi che indicano l’eremo.

Scritto da Ezia Peano
Torinese, ma originaria di Cuneo. Sagittario con i piedi ben saldi a terra ma la testa fra le nuvole. Vive secondo obiettivi precisi, ma che cambiano in continuazione. Per lei la serendipità è Fuerteventura.
sono passato tante volte da Busca, diretto verso altre mete… devo fermarmi almeno per ammirare l’altare in alabastro e poi organizzarmi per queste cave
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Ciao, è abbastanza comune passare da Busca, magari diretti verso la bellissima Valle Maira, e non fermarsi. Ti posso assicurare che anch’io che ho vissuto una vita da queste parti ne ignoravo l’esistenza fino a poco tempo fa. Se posso darti un consiglio quando farai tappa a Busca aggiungi anche la visita al meraviglioso Castello del Roccolo, trovi un articolo qui sul blog. Ovviamente sono luoghi molto diversi tra loro, delle chicche sconosciute ai più, ma che ti lasceranno davvero incantato!
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Ok, tengo presente, magari la prossima volta anziché passare da Busca la metterò direttamente come meta del viaggio. D’altra parte ci torno volentieri da quelle parti, è sempre un piacere!
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Sicuramente è un luogo molto suggestivo. Lo terrò a mente la prossima volta che capiterò in prossimità della Valle Maira.
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Ciao Nadia, è un’ottima idea. Le cave di alabastro di Busca sono davvero un luogo curioso!
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