Tra i territori dell’alessandrino e dell’astigiano sorge il Monferrato, inserito insieme a Langhe e Roero nei beni del Patrimonio Mondiale UNESCO a partire dal 2014, belvedere privilegiato e romantico su dolci colline che a fine estate si riempiono di uva da raccogliere prima e vino da degustare poi. Ma il Monferrato è anche terra di castelli, borghi, cucina indimenticabile. Volete un’idea per trascorrere un weekend romantico e, magari, dormire in un castello? Continuate a leggere, questo itinerario può fare per voi!
Diciamolo subito, a scanso di equivoci: sì, il Monferrato è una delle destinazioni preferite dai torinesi, per fughe romantiche e weekend immersi tra bei paesaggi e ottimi bicchieri di vino. Spesso mi è capitato di fuggire qui, per una cena organizzata all’ultimo momento, un weekend lento e rilassante o una tappa intermedia di ritorno da un viaggio. Il Monferrato gode di mille deliziose sfaccettature e piccoli indimenticabili privilegi; dormire in un castello e passeggiare per il suo parco in solitudine, è indubbiamente uno di questi.
Dormire al Castello di Uviglie: sì, si può
A Rosignano Monferrato, a pochi minuti di auto dalla più conosciuta Casale Monferrato, nascosto dalla vegetazione e da una piccola strada, sorge il Castello di Uviglie. Spesso, durante le visite a monumenti e fortezze, passeggiando tra camere da letto che avevano ospitati importanti Re e Duchi mi sono chiesta come fosse dormire in quel letto, passeggiare per il parco la sera, svegliarsi al mattino nel silenzio più assoluto. Dormire in un castello è una di quelle esperienze da fare nella vita. Almeno secondo me. Almeno per dar finalmente forma a quelle fantasie che tutti abbiamo avuto almeno una volta.

Così, dormire al Castello di Uviglie è stata la mia almeno una volta nella vita. Lo rifarei? Sì. Ve lo consiglio? Assolutamente.
Il Castello dispone di alcuni appartamenti molto ampi, perfetti per una coppia e non solo, dotati anche di angolo cottura e tavolini esterni, affacciati direttamente sul parco. Al vostro risveglio potrete fare la visita guidata nel meraviglioso e gigantesco parco e delle stanze e una degustazione di vini all’interno delle antiche cantine del castello.

Castello di Uviglie: la storia
Non si hanno notizie certe sulla sua nascita, ma in un documento datato 14 giugno 1322 la famiglia Pocaparte ottenne la licenza di Uviglie come propria dimora fortificata. Ed è probabilmente risalente a questo periodo anche la costruzione della torre rotonda. In seguito all’imposizione di nuove tasse, dalle carte dell’epoca la famiglia Pocaparte risultò essere tra le più colpite. Lo scontro giuridico si concluse con verdetto sfavorevole per la famiglia che dovette rinunciare ai suoi territori a Uviglie, castello compreso, che passarono nelle mani di Maria di Serbia, madre e tutrice di Guglielmo IX Marchese del Monferrato. Nel Febbraio del 1495 Giovanni Antonio Pico, ottenne i beni relativi al feudo di Uviglie, a titolo di vendita, dallo stesso Guglielmo IX e divenne così lìunico titolare del castello di Uviglie. Il nuovo proprietario di Uviglie si poté così fregiare anche del cognome illustre dei Gonzaga, i potenti signori di Mantova. Pare che proprio in questi anni il Castello raggiunse il suo massimo splendore, grazie alla cura e alle attenzioni con cui veniva conservato. È di questa epoca la costruzione della torre quadrangolare e l’attuale edificio sul lato nord-ovest del castello, il parco invece venne ampliato probabilmente solo a inizio Settecento.

Il 23 ottobre del 1680 Giovanni Antonio Pico Gonzaga ottenne da Ferdinando Carlo Gonzaga Duca di Mantova e di Monferrato l’elevazione del feudo in contea, con successione solamente dei primogeniti e totale indipendenza dal Comune di Rosignano. Con la sua morte, i territori di Uviglie e il Castello passarono alla figlia Felicita e successivamente al figlio di lei, Armodio Callori Pico Gonzaga che morì senza figli e udite udite, il suo sarcofago è conservato ancora all’interno del parco! Sotto la loro proprietà il Castello venne nuovamente sottoposto a importanti lavori di restauro.
Tra testamenti e celebri morti celibi – scusate il gioco di parole – il castello passò di famiglia in famiglia per tutto il Novecento, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Nel corso dei secoli ospitò famose personalità come San Luigi Gonzaga, San Giovanni Bosco e i nipoti dell’Imperatore di Etiopia. La proprietà dell’immobile oggi fa capo alla Società Semplice Castello d’Uviglie e, per tutti coloro che sognano fiori d’arancio, sappiate che parco e castello sono disponibili ad ospitare le cerimonie!

Con i suoi 56 mila metri quadrati, il parco secolare del Castello di Uviglie, recentemente restaurato, è annoverato tra i “Giardini storici di interesse botanico” della Regione Piemonte. La sua conformazione architettonica è tipica dei giardini paesaggistici ottocenteschi e sono numerosissime le specie di piante rare, tanto da essere considerato, nei primi anni del Novecento, tra le cento migliori opere di architettura paesaggistica italiane.

Leccio, Sequoia, Cedri del Libano, Tassi Fastigiato e il Faggio Pendulo, il più anziano di tutti, con i suoi quasi quattrocento anni.
Castello di Uviglie: visita alle cantine ( e degustazione! )
Sotto i soffitti sfarzosi degli interni e le piante secolari del parco, ci sono le antiche cantine del Castello. Costruite con stili diversi, indice di diversi lavori di ristrutturazione e ampliamento, le cantine storiche mostrano due caratteristici infernot piemontesi. L’infernotto è un locale sotterraneo costruito scavando a mano una particolare roccia arenaria. Solitamente adibito a cantina o dispensa, era l’ideale per conservare cibi e bevande, al fresco.

Chardonnay, Freisa, Grignolino, Barbera, tutto con grissini e salumi. Ah, dato da non trascurare: le bottiglie di vino si possono anche acquistare!
Castello di Uviglie: cosa fare nei dintorni
Nei dintorni del Castello di Uviglie, a pochissimi minuti di macchina, c’è Casale Monferrato. Se ve lo state chiedendo sì, qui merita fare una passeggiata e fermarsi a cena per gustare i piatti tipici piemontesi, scoprendo un nuovo ristorantino o una trattoria. Il centro di Casale è vivacissimo, soprattutto se ci capitate durante il fine settimana, ricco di negozi, piccole botteghe e pasticcerie. Casale non è solo la patria di ottimi vini e del prezioso tubero del tartufo, è anche la città del krumiro, il famoso e imitatissimo biscotto dalla tipica forma a mezzaluna e una croccantezza inconfondibile!

Noi abbiamo scelto di fermarci a mangiare al Ristorante Cicinbarlichin, ci ha attirato per il simpatico nome e per gli interni curati, ma semplici.

Non solo la location, anche il cibo non ci ha minimamente deluso: un tuffo tra i fiori all’occhiello della cucina piemontese, battuta di carne, vitello tonnato e tomini al verde.

Ma anche gli ottimi primi, come gli agnolotti al plin ( che in dialetto piemontese significa pizzicotto ), con ragù bianco e i dolci deliziosi. Ristorante che promuoviamo a pieni voti!

Che bella esperienza! dev’essere stato emozionante! E che fame, a quest’ora, vedere quei meravigliosi agnolotti!!!
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Adesso che il Piemonte è stata anche definita una delle regioni più belle da visitare nel 2019 da Lonely Planet, è perfetto! ❤ Viva gli agnolotti!
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Che dire se non WAWAWAW. Sarò costretto ad emulare la meta con la mia dolce metà
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Fai assolutamente bene e credo anche che in questo periodo tra tartufo, zucca e castagne il Monferrato sia magico ❤
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