Solo bagaglio a mano, please

In ogni istante, anche ora, anche intorno a voi, finiscono amori, si sgretolano patrimoni, vengono cancellate esistenze irrinunciabili e contemporaneamente si accendono altre passioni, crescono nuove fortune, sbocciano splendide vite.

E si va avanti.

 

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Gabriele Romagnoli, Solo bagaglio a mano, Feltrinelli

Viaggiare è una cosa seria. Lo sa bene Gabriele Romagnoli, che è a quota 73 Paesi visitati e conta di arrivare a quota 100 per rispettare il suo unico, buon proposito della vita.

Viaggiare è esplorare, capire, comprendere noi stessi e quello che ci circonda, conoscere. Viaggiando, si impara anche a viaggiare. Un bagaglio ideale probabilmente dovrebbe essere vuoto per riempirlo di albe, tramonti, attimi, sensazioni, passeggiate, riflessioni, nozioni, esperienze…il bagaglio stracolmo dovrebbe essere quello del ritorno, e non quello dell’andata. E soprattutto dovremmo partire vuoti anche noi, lasciando a casa le nostre certezze, convinzioni, superstizioni, che tanto funzionano solo nel posto esatto in cui ci troviamo, ma cambiano del tutto appena cambia il fuso orario. Se tutto è diverso a diversa latitudine, diventa inutile portarsi le proprie bussole, i vocabolari, i modi di pensare. Ogni cosa si modifica: anche il tempo, il significato delle parole, perfino quello delle emozioni. 

Invece tendiamo sempre più spesso a partire carichi, perché il nostro phon è il migliore e non si discute, perché senza piastra i capelli non ci stanno bene, perché se fa freddo meglio portare la maglia pesante, anzi due, perché se fa troppo caldo, meglio portare anche i pantaloncini corti, perché potrebbe piovere e quindi nello zainetto in procinto di esplodere ci infiliamo anche l’ombrello e un altro paio di scarpe di ricambio. Spesso portiamo cose che non usiamo neppure nella nostra quotidianità ma che “potrebbero servire”, a chi e a che cosa non è dato sapere.

Quando si viaggia spesso, si capisce presto che è meglio viaggiare leggeri, con capi che possano combinarsi tra di loro, vestiti multiuso, colori non invadenti, cose non ingombrantiPer Romagnoli viaggiare leggeri significa viaggiare con solo bagaglio a mano: per essere rapidi negli spostamenti e per spostarsi spesso.

Viaggiare leggeri diventa così anche la metafora di un modo di vivere. Vivere leggeri, sentirsi leggeri, essere leggeri.

Quello che dobbiamo lasciare “a terra” non sono solo quelle scarpe che ci piacciono tanto ma in valigia non ci stanno, ma anche un po’ di quel che siamo e che andiamo professando. Per lasciare qualcosa, che sia un paio di sandali, che sia un pregiudizio, bisogna fare delle scelte e avere coraggio. Lasciare, perdere, non sono sempre associati a qualcosa di negativo, a una sconfitta, anche se per la nostra società è qualcosa di indicibile e inaccettabile. Perdere qualcosa è vietato a tutte le latitudini e invece può essere una fonte di ricchezza che non ci aspettavamo. Chi perde, in automatico viene additato come qualcuno che ha fallito. Disfarsi di qualcosa è diventato una raffinata sfida, eppure è un’azione necessaria. A volte, per renderci conto di qualcosa, dobbiamo prima perderla. Per essere felici, dobbiamo lasciare qualcosa indietro. Per seguire i nostri desideri, dobbiamo staccarci o abbandonare qualcosa o qualcuno. Perdere a volte si dimostra la più grande delle fortune.

Può essere triste, può essere difficile, ma è l’unico modo per cambiare.

 

10 pensieri riguardo “Solo bagaglio a mano, please

  1. Ho letto con gioia ed emozione le tue parole. Quanto le condivido. Difarsi del superfluo per poter accogliere prima la verità di ciò che siamo e poi tutta la bellezza di ciò che ci circonda. Bellissimo post. Bacioni 😘

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